NdA:
Ciao a tutti!
Come temevo, sono stata sopraffatta dall'arrivo degli esami e ho finito i capitoli che avevo già pronti da pubblicare. Ditemi se non si chiama essere stupidi!
Ma questo arriva in orario! Speriamo di riuscire a sistemare anche i prossimi!!
Buona lettura a tutti!!
"Eva, dov'è l'invito al Ricevimento di Natale?" chiese interrompendo il ritorno della sua segretaria alla scrivania.
"Io... nella pila degli inviti da rifiutare, Miss Daisy!" rispose la ragazza perplessa.
"Spostalo. Ho deciso che quest'anno ci vado."
Daisy si stava impegnando con tutta se stessa per mantenere un'aria distaccata e indifferente, cercando di non sollevare lo sguardo dal contratto di locazione che stava finendo di controllare.
Sentì distintamente Eva trattenere il respiro e anche senza guardarla sapeva che aveva gli occhi sgranati dallo stupore e un piede oltre la soglia del suo studio indecisa su cosa fare.
"Devo...Ehm! Devo prenotare la limousine allora, e l'albergo e..."
"Non c'è bisogno, di quello si occupa Luke."
"Luke?" si costrinse a guardare la faccia confusa di quella che ra stata il suo infallibile braccio destro per quasi quattro anni.
"Luke Northman, Eva. Hai presente?" le chiese usando il suo tono più gentile e rassicurante, dal momento che Eva sembrava un passerotto sconvolto per essere precipitato dal suo comodo caldo nido.
"Si Miss! Mi scusi Miss! Quindi devo solo confermare che andrà?"
"E fà in modo che trovino tempo per me da "Witches" se riesci."
"Certo Miss Daisy."
La mora si appoggiò stanca allo schienale della sedia girandosi per guardare la città dalla vetrata del suo ufficio.
Le luci accesse nei grattacieli di fronte, i lampi intermittenti delle gru da costruzione, il rumore attutito delle auto in strada avevano sempre avuto un effetto calmate su di lei.
E allora perché il suo cuore stava accelerando decisamente i battiti nell'immaginare la figura di lui nel vetro?
"Devo stare impazzendo!" sussurrò a se stessa nel silenzio dell'orario di chiusura.
"O forse sono venuto qui a farti una sorpresa."
Nonostante il tono caldo e mellifluo, un brivido le percorse veloce la spina dorsale facendola sussultare per lo spavento.
"Porc-! Ma sei scemo?" chiese respirando affannata portandosi le mani al petto mentre Luke si spostava ghignando dallo stipite della porta "Poteva venirmi un'infarto!"
"Cosa ti dice che non fosse quello il mio intento?" le sussurrò ad un'orecchio dopo essersi posizionato dietro di lei e aver cominciato a massaggiarle le spalle.
"Posso affermate con quasi assoluta certezza che ti mancherei..." rispose con un tono che quasi non riconosceva mentre inclinava la testa indietro esplicitando il desiderio per le labbra dell'uomo sulle proprie.
Si lasciò sfuggire un gemito deluso quando invece Luke cominciò a far scorrere le mani dalle spalle al suo collo accarezzandolo sapientemente ma sempre mantenendo i loro visi ad una distanza di sicurezza.
"Che ne dici se per farmi perdonare" propose prendendole la mano e facendola alzare "tornassimo a casa e ti preparassi un rilassante bagno caldo perché tu possa riposarti mentre preparo la cena?"
Daisy non si era conto di quanto fosse stanca finché Luke non aveva messo il bagno caldo sul piatto della bilancia.
Ora che aveva il tempo di pensarci si sentiva le braccia pesanti e gli occhi sul punto di chiudersi. Forse se fosse stata più sveglia, si sarebbe posta delle domande, si sarebbe chiesta com'era possibile che lui fosse stato in grado di capire prima di lei stessa quanto stanca fosse.
Nei mesi che erano stati insieme aveva sempre più frequentemente notato die piccoli dettagli nelle cose che lui faceva per lei, come aveva imparato a capirla e a conoscerla.
E anche lei era diventata inevitabilmente più attenta ai suoi comportamenti.
Aveva imparato che storceva il naso quando c'era cipolla in qualche piatto ordinato al ristorante, che gli piacevano le battute stupide e insensate che non facevano ridere nessun altro, che i suoi occhi assumevano la più penetrante tonalità di ghiaccio nei rari giorni in cui a Londra splendeva il sole, e che detestava in maniera viscerale e irrazionale le papere del laghetto di Hyde Park.
"Mi sembra davvero una magnifica idea." rispose sporgendosi a baciarlo e rimanendo piacevolmente sorpreso quando lui la lasciò fare "Quando hai imparato a conoscermi così bene?"
"Ti osservo molto più attentamente di quanto tu creda." le rispose aiutandola ad indossare la giacca e guidandola verso gli ascensori con un pano posata alla base della sua schiena.
"E quella non era affatto un'inquietante frase da stalker!" commentò ridendo.
Lasciò che le aprisse la portiera dell'auto, scivolando nell'abitacolo e addormentandosi in un soffio sul sedile del passeggero.
A svegliarla fu un tenue raggio di luce che filtrava dalle persiane, e il lento sciabordare del mare.
"Dove siamo?" mugolò sentendo le mano calde di Luke accarezzarle lentamente la schiena e il fianco "Pensavo andassimo da te."
"Siamo da me." rispose ironico lui.
"Intendevo a Londra."
Uno sbadiglio incrinò la sua voce sul finire della frase mentre inarcava la schiena e si spingeva contro il solido petto di lui.
"Ho pensato che visto che ci aspettano delle settimane pesanti, tra il ricevimento e il matrimonio, potevamo sfruttare il fine settimana per passare un po' di tempo insieme. Da soli."
Le labbra di Daisy si tesero in un sorriso mentre si girava per trovarsi faccia a faccia con la visione di Luke appena sveglio, gli occhi brillante e i capelli perfettamente scompigliati.
Si avvicino al viso dell'uomo sfregando le labbra sulle sue senza riuscire a smettere di sorridere, mentre le dita di lui cominciavano a sfiorarle la pelle lasciando elettriche scintille che aveva imparato bene ad interpretare.
Si permise di giocare un poco, continuando a sfiorarlo con la bocca sulle guance, seguendo la linea marcata dello zigomo, fino al collo morbido sotto la mascella, prima di sussurrare al suo orecchio.
"Proprio un'ottima idea."
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Accordo d'Amore
RomanceDaisy St.Claire è uno dei migliori avvocati di Londra. Tutti conoscono le sue origini nobili, la sua fama di leonessa in tribunale e la sua freddezza nelle questioni private. Ma a sua madre questo non sembra importare. Tutto quello che vuole...