Capitolo VIII

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Arrivata davanti alla camera, nell'ala della villa destinata agli ospiti, poco mancò che a Daisy venisse un'infarto.

La camera che aveva davanti era finemente arredata con mobili d'epoca.

C'era un piccolo angolo living presso il bow-window, consisteva in un divano e due poltroncine di legno bianco imbottite di federe sui toni del verde e dell'azzurro pastello posizionati a semicerchio attorno ad un tavolino da caffè di cristallo.

Sul lato sinistro si apriva una porta, anche questa in legno bianco che probabilmente portava al bagno mentre sul lato destro stava un'enorme letto matrimoniale a baldacchino, con le lenzuola coordinate alle federe dei cuscini.

Letto matrimoniale.

Daisy si chiede se si poteva morire di imbarazzo e stupidità.

Ovviamente Henriette aveva avuto la bella idea di metterli nella stessa stanza!

Maledizione a quel piano del cavolo che avevano ideato! Stava cominciando ad avere molti più svantaggi di quanti avesse mai preventivato!

"Non esiste che dormiamo entrambi qui!" ringhiò verso Luke non appena i domestici degli Hashford ebbero posato i loro bagagli!

"Non mi pare che abbiamo molta altra scelta se vogliamo portare avanti il piano come si deve..."

"Potremmo... potremmo dire che non vogliamo dormire assieme perché ci sembrerebbe irrispettoso in presenza delle nostre famiglie che sanno che ci siamo appena conosciuti!" farfugliò.

"Non se la berrebbero mai, lo sai benissimo."

Daisy cominciava ad irritarsi, dal momento che non riusciva a spiegarsi come facesse a rimanere così calmo.

Forse era il fatto che era consapevole di avere ragione, o il fatto che per lui, abituato come doveva essere ad avere ogni ragazza ai suoi piedi, non era poi una prospettiva così terribile dividere il letto, e solo quello, con lei.

Con lei che invece non avrebbe nemmeno saputo contare quanti mesi erano passati da...

"D'accordo! Ma tu dormi sul divano!" gli comunicò con falsa sicurezza mentre si accingeva ad appendere i propri abiti all'interno del grande armadio di cui la stanza era fornita.

"Non se ne parla! Non ci starei nemmeno volendo e non voglio avere male a tutti i muscoli durante il ricevimento di domani! Se vuoi puoi dormirci tu, altrimenti, sempre che la cosa non schifi troppo la principessa, possiamo dividerci il letto! Prometto non avrò problemi a restare dal mio lato."

Daisy si girò a guardarlo spalancando gli occhi. Nemmeno il giorno del loro primo incontro in ufficio Luke aveva foderato quel tono irritato e astioso.
Guardandolo fisso in volto poteva vedere le pupille dilatarsi e ebbe modo di osservare che le punte delle orecchie gli si era tinte vagamente di rosso, reazione alla rabbia che non si sarebbe mai aspettata da un'avvocato del suo livello.

Ma a sorprenderla più di tutto fu il fatto che Luke non sembrava semplicemente arrabbiato. Dal mondo in cui teneva le braccia incrociate al petto e in cui evitava accuratamente di incrociare i suoi occhi si sarebbe potuto dire che sembrava... offeso.

Quella realizzazione la colpì con la forza e la velocità di un fulmine.

Luke Northman, uno di quegli uomini che "io mi sono fatto da solo" e "del giudizio degli altri non potrebbe fottermene di meno" era offeso perché lei non stava sbavando all'idea di dividere il suo letto! Offeso nel suo orgoglio di uomo.

Solo che Daisy era una sostenitrice convinta della parità dei diritti, e solo la supposizione di una cosa del genere, feriva invece il suo di orgoglio!

Si avvicinò all'uomo a lunghi passi e lo prese con forza per un braccio costringendolo a voltarsi per affrontarla.

"Mettiamo in chiaro una cosa: non sono una di quelle bamboline che fanno carte false per finire a letto con un uomo ricco e prestante che possa mantenerle per il resto della loro vita! Io appartengo a me stessa e non mi farò certo mettere i piedi in testa da uno come te, di quelli che credono che basti un cognome e degli addominali ad ottenere tutto dalla vita!"

"Io non sono così Daisy! Non sai niente di come ho ottenuto quello che ho!" ringhiò afferrandole a sua volta il braccio e fissandola negli occhi con sguardo ardente.

"Io so che sei ricco e viziato, che ti spacci per un protettore dei diritti delle donne in uno studio che si fa tanta pubblicità ma che a conti fatti ha meno del 10% di quote rosa in amministrazione. So che ti spacci per arrogante e che non ti fai problemi a passare sopra tutto e tutti, o a giocare sporco pur di vincere."

"Tu non mi conosci affatto Daisy St.Claire!" urlò lui stringendo la presa.

"Nemmeno tu Luke Northman! O non avresti usato J... O non avresti usato la mia storia personale per un caso che con essa non ha nulla a che fare!" urlò anche lei strattonando via il braccio dalla sua presa prima di correre fuori dalla sua stanza.

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