Capitolo XV

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NdA:

Ciao a tutti! Vi chiedo scusa per non aver aggiornato ieri, ma il server di Wattpad era sovraccarico e non mi lasciava entrare sulla mia pagina!

Ciò detto... niente! Volevo solo salutarvi e annunciarvi che ci avviciniamo a grandi passi al momento che penso stiate aspettando tutti.

Sono davvero felice del seguito che questa storia sta avendo, e del fatto che vi piaccia e vi assicuro che mi sto impegnando al massimo delle mie forze perché venga bene!

Ora bando alle ciance e si alzi il sipario!! :)











Daisy non sapeva più cosa pensare mentre, seduta sulla piccola panca imbottita della specchiera, si applicata gli ultimi ritocchi di mascara.

Aveva quasi baciato Luke Northman.

Voleva baciare Luke Northman.

L'uomo con cui aveva stretto un accordo non diverso da quelli che stilava per la sua azienda.

Non avevano mai parlato della possibilità di dover gestire dell'attrazione fisica, convinti che la loro rivalità come avvocati e i loro caratteri gli avrebbero impedito di ritrovarsi in quella situazione sgradevole.

"Sarebbe tutto men che sgradevole!" le suggerì una vocina nella sua testa che Daisy scacciò scuotendo la testa e rischiando di rovinare l'acconciatura su cui aveva lavorato negli ultimi venti minuti.

Non poteva più negare che Luke fosse estremamente affascinante e che in quel weekend infernale avesse mostrato un lato di lui estremamente gentile e affettuoso nei suoi confronti, ma Daisy non era esattamente sicura di cosa avrebbe comportato i finire insieme in quel senso.

Che fossero attratti era innegabile, avrebbe sfidato Luke a dire il contrario, ma le sue precedenti esperienze le avevano insegnato che non era saggio affezionarsi troppo a qualcuno che avrebbe potuto preferire l'idea di elevare la propria condizione sociale a lei.

Non che Luke le sembrasse quel tipo di uomo in realtà, ma come si erano ripetuti più volte durante quei giorni nessuno dei due aveva una vasta conoscenza dell'altro.

"Credo che dovresti indossare il vestito." la risvegliò una voce alle sue spalle facendole fare un salto sulla sedia.

E meno male che non aveva più il mascara vicino al viso o sarebbe stato un dramma!

Luke alle sue spalle sembrava uscito direttamente da un film.

Il completo nero dal taglio classico esaltava la sua figura come se Tom Ford glielo avesse cucito addosso direttamente e i capelli spettinati a regola d'arte lo facevano assomigliare molto di più ad un'attore hollywoodiano che ad un'avvocato.

Era lì davanti a lei, più splendido di quanto fosse disposta ad ammettere, e lei era.... in biancheria intima.

Nel momento in cui si rese conto di non stare indossando nient'altro che reggiseno e mutande di pizzo nero, coperte solo da una corta vestaglia dai seta lasciata aperta per sbaglio divenne rossa di imbarazzo.

Poteva vedere lo sforzo che Luke stava facendo per cercare di non far scivolare lo sguardo sul suo corpo e anche se vederlo faticare la faceva in qualche modo sentire meglio, l'imbarazzo non accennava a scemare.

"Credo che tu abbia ragione." sussurrò alzandosi in fretta e stringendosi addosso i lembi della vestaglia per correre al bagno che lui aveva lasciato libero assieme al suo abito da sera.

Cercando di riprendere fiato si fermò ad ammirare l'abito che aveva scelto per la sera, di un bel verde scuro, dal taglio a trapezio, con un'ampia scollatura a barca che le si appoggiava sulle clavicole, le spalline tempestate di gemme e il velo di tulle superiore della gonna con applicati sopra lievissimi fiori verdi.

Lo sfiorò con le dita, rimanendo entusiasta di come fosse leggero, quasi impalpabile.

"Come le dita di Luke sul tuo viso."

Scosse di nuovo la testa con forza. Doveva assolutamente smettere di pensarci! Non poteva permettersi di nuovo un'errore del genere, come quello che l'aveva distrutta tempo prima.

Pensarci la feriva ancora dopo più di due anni, sentiva ancora la sensazione di soffocamento, del fiato bloccato in gola, delle parole incapaci di uscire, delle lacrime immobili sull'orlo delle ciglia.

Ma in Luke c'era qualcosa che non riusciva a spiegarsi.

Forse era la sua capacità di chiedere scusa, di non badare ai suoi repentini cambi di umore, forse aveva a che fare con le mille sfumature che i suoi occhi grigi erano in gradi di assumere, esplicato in maniera indiscutibile le sue emozioni.

Era quasi certa di non aver mai incontrato niente di simile in nessuno degli uomini a cui era stata presentata.

Un gentile bussare sulla porta la risvegliò dai suoi pensieri, quindi si affrettò a sistemare gli ultimi dettagli nello specchio prima di uscire.

Luke l'attendeva sulla porta e per un secondo Daisy ebbe l'impressione che lui stesse cercando di trattenere un sorriso.

"Siamo pronti." le disse porgendole il braccio mentre entravano nella sala da ballo.

"Lo siamo?" gli chiese lei con una nota d'ansia nella voce cercando il suo sguardo.

Non ottenne risposta, perché sua madre stava già andando nella loro direzione a passo di carica.

"Sarà una lunga serata!"

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