Capitolo XXVIII

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NdA:

Finalmente gli esami sono finiti e io posso rimettermi a scrivere con un ritmo normale, mi dispace per il disagio della settimana scorsa ma spero vivamente che il capitolo via sia piaciuto comunque e che vi piaccia anche questo!

Comincio a prepararvi psicologicamente dicendovi che questo è uno degli ultimi capitoli della storia... lo so. Sembra ieri che ho cominciato a pubblicare...

Ma la battaglia non è ancora finita! Quindi bando alle ciance e ciancio alle bande e ecco a voi il nuovo capitolo!!

AdharaSlyth

















Daisy non era mai stata grata come in quel momento di essere la damigella d'onore della propria migliore amica.

Nella camera d'albergo che avevano affidato per aiutare la sposa a prepararsi, la tensione era letteralmente alle stelle! La madre e le cugine di Sarah si agitavano attorno alla sua amica come chiocce impazzite, sistemando pieghe dell'abito e del velo che solo loro riuscivano ad individuare.

E in mezzo a quella frenetica sensazione di attesa, Daisy riusciva a sentirsi più leggera che mai, troppo indaffarata per avere il tempo di pensare a quello che era successo.

Niente a che vedere con il giorno prima, quando aveva accompagnato Sarah a ritirare il vestito era sua mente aveva fatto fatica a rimanere ancorata a presente.


"Izzy? Daisy mi stai ascoltando?" La voce gentile di Sarah la costrinse a distogliere lo sguardo dalla strada oltre alla vetrina del negozio, anche se non era quello che stava guardando veramente.

"Certo!" rispose sorridendole.

"Dici che così va bene?" le chiese l'amica continuando a girare su se stessa per cercare di guardare nello specchio lo strascico dell'abito che la sarta aveva appena finito di ritoccare.

"Penso che tu sia bellissima." le confidò sinceramente Daisy alzandosi per abbracciarla "Alex rimarrà senza parole!".

Si fermò ad ammirare il loro riflesso, l'immagine di loro due, insieme, in uno dei momenti più importanti che due amiche potessero sperimentare.

Sembrava ieri che si diplomavano all'università, e allo stesso tempo Daisy si sentiva una persona completamente diversa. Si sentiva cambiata, più in quegli ultimi mesi che in tutto il resto della sua vita.

"Hai deciso chi portare?"

Si era di nuovo persa nei suoi ragionamenti e adesso Sarah la stava guardando negli occhi con un ombra di preoccupazione sul viso.

"Non voglio portare nessuno."

"Daisy... sei sicura che vuoi passare tutto domani senza nessuno accanto? Puoi ancora chiamarlo! Voglio dire, non mi hai spiegato cosa è successo, ma sono sicura che se lo chiami sarà comunque disposto a venire! Mi è sembrato abbastanza gentile..."

"Non posso farlo S.! E' stato stupido da parte mia mettere in piedi quel piano strampalato. Devo riuscire a rendermi conto che niente di quello che è successo tra me e... quella persona è reale. Prima lo faccio... Starò bene anche da sola domani! Vedrai!"

Sarah l'aveva abbracciata e Daisy aveva avuto l'impressione che gli abbracci di Sarah in quei giorni la aiutassero a tenersi insieme più. di quanto non sarebbe mai riuscita a fare da sola.

Non le avevo detto niente di quello che era successo la sera del ricevimento, della comparta di Joseph e delle cose che aveva detto prima di scappare via da Luke.

Luke...

Non le aveva nemmeno detto che l'uomo aveva cercato di contattarla in tutti i modi nelle ultime settimane, e che lei non era stata disposta a sentire nemmeno un parola uscire dalla sua bocca.

Non era certa di poter sopportare il pensiero di sentire di nuovo la sua voce o di vedere di nuovo i suoi occhi e sentirci, o vederci dentro rabbia o disprezzo per quello che aveva fatto, per aver mandato monte un piano che serviva a tutti e due.

Non le aveva detto niente e si era limitata a lasciarsi abbracciare, cime se l'affetto che lei e Sarah provavano l'una per l'altra fosse l'ultima cosa in grado di reggerla in piedi.


Se ne stava seduta su una poltroncina, sorridendo davanti alla pazienza che la sua amica si era dimostrata in grado di avere nei confronti della follia prematrimoniale che aveva colto tutti.

"La macchina è qui!" Gridò Katherine aprendo la porta con slancio.

Anche per lei Daisy era grata, per la sensibilità che Sarah aveva dimostrato invitando lei e la sua compagna, Louise, perché le tenessero compagnia.

Senza sapere come si ritrovò a ridere come una matta mentre centrava di spingere il vestito di Sarah dentro all'abitacolo della macchina che doveva portarla dall'hotel alla chiesa del pittoresco paesino di campagna che aveva scelto.

Forse era stata contagiata dalla felicità generale, o forse era una sorso del whiskey che Kat le aveva passato sottobanco per "Allentare l'ansia", ma per la prima volta in settimane, riusciva di nuovo a sentirsi leggera.

Davanti alla cappella in pietre grigie, con le pareti ricorrere d'edera, non c'era già più nessuno quando riuscirono a scendere dalla macchina, "starnazzando come oche", a detta del padre di Sarah che era lì ad aspettarle.

"Sei pronta?" chiese all'amica, sistemandole una ciocca di capelli via dalla fronte.

"Assolutamente." rispose l'altea inspirando profondamente e torcendosi le mani.

"Ok! Metto tutti in fila e si và!"  la rassicurò Daisy facendole l'occhiolino e affrettandosi a coordinare le altre damigelle perché si mettessero in coppia davanti alla sposa.

Si sentì enormemente soddisfatta nel vedere che tutto era andato secondo i desideri di Sarah, che era riuscita davvero a mettere insieme il giorno perfetto della sua migliore amica.

Si inginocchiò per prendere il velo, pronta a dare il via all'entrata in chiesa quando una voce alle sue spalle le fece scorrere i brividi sulla schiena.

"Daisy!"

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