Capitolo X

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Scendendo nel salone con soli cinque miracolosi minuti di ritardo, Daisy capì subito di aver fatto colpo.

Tutti gli occhi degli uomini le si erano immediatamente incollati addosso, e anche in quelli di Luke, che continuava fingere indifferenza ostentata, si era riaccesa la fiamma che aveva visto quel pomeriggio.

Con rinnovata fiducia in se stessa alzò il mento e si fece spazio tra gli ospiti per andargli vicino.

Fece in modo di precederlo quando il maggiordomo degli Hashford annunciò che la cena era pronta per essere servita.

Era arrivata preparata a quell'evento, perché con il piano già di per se complesso, non voleva avere anche sua madre alle calcagna che la rimproverava perché non si era vestita in maniera adatta. Si era sentita profondamente sciocca a portarsi in valigia tre abiti diversi per ogni pranzo e ogni cena che la aspettavano in quella casa, ma non aveva resistito alla tentazione di poter finalmente indossare dei fini capi di sartoria che a Londra sembravano sempre fuori posto.

Quello che stava indossando era in realtà non aveva programmato di metterselo davvero, lo aveva portato più per sfizio che per altro ma adesso non poteva non esserne contenta.

Era un abito di pizzo nero che le arrivava poco sopra le ginocchia e le fasciava il corpo come un guanto. Davanti si apriva in un modesto scollo a barca che permetteva giusto di intravedere l'inizio delle clavicole, ma era dietro che si operava la vera magia!

Lo scollo bordato di pizzo le arrivava quasi a tre quarti della schiena, lasciando la scoperta senza farla sembrare volgare e anche se nel suo caso era coperto per buonanotte della cascata di boccoli corvini, lasciava intravedere quanta pelle bastava per mandare un uomo in brodo di giuggiole.

Persino un uomo come Luke Northman.

Per tutta la cena si fronteggiarono, seduti uno di fronte all'altra a tavola, continuando a lanciarsi guardi sottecchi, e scambiandosi finti sorrisi cortesi.

Daisy si sentiva quasi assuefatta dal potere che sentiva di avere, osservano lo sguardo dell'uomo farsi sempre più scuro e intenso, o forse era il vino.

Cominciava a faticare nel cercare di ricordarsi quante volte il cameriere le avesse riempito il bicchiere, ma era quasi certa che non rappresentasse un problema.

Nonostante quello che si diceva della algida e controllata nobiltà inglese, nessuno dei presenti aveva mai rifiutato un bicchiere, e serate come quella finivano sempre con molta più gente del prevedibile, ubriaca di vino e champagne da 700£.

Per la prima volta in vita sua si sentì euforica quando venne annunciata la fine della cena e agli ospiti venne chiesto di trasferirsi in salotto.

Proprio mentre ancheggiava verso l'uscita sentì Luke stringerle il polso e costringerla a fermarsi.

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