Capitolo VI

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"Non puoi chiamarmi in ufficio!" lo aggredì appena l'altro rispose alla chiamata.

"Siamo fidanzati, cosa c'è di male?"

"Punto primo: non siamo fidanzati! Ci frequentiamo! Punto secondo: Sei ancora l'avvocato che cerca di far causa alla mia azienda!"

"Pensavo tenessimo separati il lavoro e la vita privata." Daisy poter letteralmente immaginare un ghigno odioso estendersi sul viso dell'uomo.

"Ma non tutti sono in grado di fare la stessa cosa! Non voglio essere accusata di essermi venduta al nemico!"

"Pensavo avessi ceduto il caso."

"L'ho fatto ma...!" Daisy non sapeva esattamente come giustificare il fatto che si era sentita minacciata dalla sua chiamata, che si era sentita come se avesse invaso il suo spazio sicuro togliendole di mano il controllo della situazione.

Lei, la donna con il cuore di pietra, che aveva sempre tutto sotto controllo, non riusciva a fare un ragionamento sensato da quando quell'uomo era entrato nella sua vita.

"Hai ragione." la stupì il tono calmo e rassicurante che Luke usava per scusarsi "Mi dispiace di aver invaso il tuo spazio. Vorresti comunque uscire a pranzo con me oggi?"

Daisy sospirò.
Quell'uomo aveva il potere di mandorla fuori dai gangheri e calmarla con poche, semplici parole.

"D'accordo. Ma una cosa veloce. Oggi non ho molto tempo."


"Da Nando's alle 12.30?"

"Adoro Nando's!" sorrise tra sé e sé mentre chiudeva la chiamata senza salutare.


Daisy si prese il tempo che le serviva per ammirare Luke che la aspettava seduto al bar. Si lasciò incantare dalle spalle forti e larghe, fasciate da un completo color antracite, e dalla schiena dritta e rilassata allo stesso tempo.
Per un breve attimo pensò a come sarebbe stato aggrapparsi a quelle spalle e sentirsi accolta e protetta da quell'abbraccio. 
Scosse con violenza la testa allontanando quel pensiero il più in fretta possibile. 
Il loro era un contratto, un accordo.
Non potevano esserci sentimenti in mezzo.

"Luke." si annunciò arrivandogli alle spalle, eppure non colse nessun segno di sorpresa nei suoi movimenti quando si girò a guardarla, quasi avesse percepito la sua presenza prima ancora che lei parlasse.

"Daisy!"

Si alzò per baciarle una guancia in un gesto che aveva qualcosa di usuale, come se lo avesse già fatto mille altre volte.

"E' solo un buon attore." pensò la donna sedendosi e cercando di non curarsi dell'ombra del calore che le labbra di lui avevano lasciato sulla sua pelle.

"Mi dispiace se la chiamata di questa mattina ti ha disturbata, ma ho semplicemente pensato che se dobbiamo fingere di essere fidanzati da qualche parte dobbiamo cominciare a far trapelare la notizia."

"Probabilmente mia madre ha già avvertito tutta l'Inghilterra quando ieri sera non l'hai chiamata urlando per lamentarti del mio comportamento." sospirò stanca passandosi una mano tra le ciocche corvine.

"Si, e la mia tutta la Scozia!" cercò di sdrammatizzare lui. "Dici che qualcuno ha avvertito in Galles?"

Daisy si ritrovò suo malgrado a sorridere. 
Quell'uomo non era affatto male come pensava!

"Quindi come pensi di procedere per far girare meglio la notizia?"

"C'è la festa di fidanzamento della figlia degli Hashford questo weekend, andiamo a rubare la scena agli sposini?" propose lui con in viso un ghigno che le fece attorcigliare lo stomaco di anticipazione.

"Ho sempre detestato Henriette!" confessò sbattendo le ciglia prima di scoppiare a ridere con lui.

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