Capitolo XII

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NdA:

Ciao a tutti!
Ho deciso di spostare in alto le note perché ho notato che è meglio sia per voi che per me, specie devo darvi delle comunicazioni importanti!

Per prima cosa vorrei ringraziare tutti quelli che stanno leggendo, seguendo e commentando questa storia, se non fosse per voi tutto questo non avrebbe senso!
Seconda cosa che volevo dirvi è che questo capitolo è un po' più lungo degli altri perché non sapevo bene dove spezzarlo e quindi ho deciso di tenermelo così, spero che vi piaccia!
Terza cosa: Il CONTEST per trovare il volto di Luke è ancora aperto.
Nonostante il preziosissimo contributo di Elimod (andatevi a vedere le sue storie che sono pazzesche!) non sono ancora del tutto convinta.
Per aiutarvi ho deciso di essere un pochino più precisa riguardo a quello che sto cercando:
- Maschio biondo sui 25/30, alto, mascella squadrata, spalle larghe, aria da British gentleman.

Sono davvero ansiosa di sentire le vostre idee!

Alla prossima,
Slyth~




"Ho fatto una cazzata!"

"Di che tipo?" le chiese Sarah, con la voce ancora assonnata.

"Di quelle grandi davvero!" rispose Daisy mentre camminava in accappatoio avanti e indietro nell'immenso bagno della loro camera.

Quella mattina si era alzata solo perché ad un certo punto il sole aveva cominciato a farle troppo male agli occhi e nel farlo, aveva trovato la parte del letto di Luke, vuota e per qualche secondo si era sentita male.

Poi si era resa conto che quel malessere era reale ed era corsa in bagno a svuotare lo stomaco.

"Quindi fammi ricapitolare: sei andata con lui a quello stupido ricevimento, l'hai offeso dicendogli che non avevi intenzione di dormire con lui, cosa che sappiamo entrambe essere quasi certamente falsa, dopo di che ti sei tirata a lucido mettendo quel vestito super sexy che ti eri comprata per scherzo e hai passato la sera a bere vino cercando di sedurlo ignorandolo, finche non ti ha riportato in camera e proprio nel momento in cui stava per baciarti tu lo hai mandato in bianco. E' tutto giusto?" chiese ironica l'altra.

Daisy sentì il rumore dei cereali che venivano spezzati dal cucchiaio di Sarah come se l'avesse a due centimetri dall'orecchio. E la fitta che sentì alla testa la costrinse a sedersi.

"Tutto giusto. Ma hai tralasciato l'insignificante fatto che mi sono ubriacata, che ieri il mio cervello ha detto cose che non so se pensavo e che quando stamattina mi sono svegliata non l'ho trovato. Quel che ho trovato sono stati i postumi terrificanti di una sbronza, nausea e mal di testa al gran completo."

Prese un forte respiro prima di aprire cautamente la porta del bagno e controllare che l'uomo non fosse in camera, prima di scivolare fuori e metter il vivavoce mentre si vestiva.

"E quindi adesso cosa pensi di fare?"

"Non lo so." Si sedette sul letto infilando le dita tra i ricci per massaggiassi la testa "Per adesso mi comporterò come se non fosse successo niente."

"Una specialità della gente ricca e altolocata!" commentò Sarah, e Daisy sapeva che l'amica aveva ragione. Anche se qualcuno avesse notato che la sera prima si era visibilmente ubriacata, nessuno avrebbe mai osato rinfacciarglielo o anche solo farglielo notare.

"D'accordo, vai e spacca!" le disse l'amica mandandole un bacio per telefono prima di riattaccare.

Daisy si guardò nello specchio meditando la quantità di trucco che sarebbe servita a coprire i segni della sera precedente, ma stranamente sembrava che il suo aspetto riflettevo solo in  minima parte come sei sentiva.

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