Capitolo XX

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NdA:

Buon Natale a tutti!!

Non posso credere che siamo davvero arrivati ad una pietra miliare con il capitolo venti di questa storia! E' un numero che fa davvero effetto!

Un'altro numero che fa davvero effetto è quello delle visite! Cavolo! Se ci penso mi viene da piangere dalla commozione! Non so dirvi a parole quanto sono grata a voi lettori per il supporto che mi state dando! Senza di voi questa storia non avrebbe senso!

Ma non facciamoci troppo prendere dai sentimentalismi e partiamo con il nuovo capitolo!!

Buona Lettura!
































L'appartamento di Luke stava in uno dei palazzi nel centro di Londra, in una di quelle vecchie case vittoriane dalla facciata bianchissima in stile neoclassico.

Già da fuori dava l'idea di essere un'appartamento in stile continentale, di quelli con un ingresso spazioso e luminoso e un salotto open space con le camere disposte attorno.

Niente a che vedere con la casa su più piani in Belgrave Road che Daisy condivideva con Sarah.

Il portiere la lasciò passare con un cenno, senza chiederle nulla e Daisy non ebbe difficoltà a capire perché osservando che sul tavolo della portineria stavano le riviste scandalistiche la vedevano in copertina in compagnia di Luke.

L'esitazione la colse solo davanti alla porta di Luke, mentre si lisciava le pieghe della gonna a matita bianca e controllava che non ci fossero angoli della camicetta a sfuggire alla vita alta.

Luke spalancò porta di scatto, facendole trattenere il respiro.

"Il portiere mi ha avvertito che stavi salendo." si giustificò.
"Infatti."

Non riusciva a fare a meno di guardarlo, di staccare gli occhi dalla sua figura ancora fasciata dai pantaloni del completo, e da una camicia bianca con le mani che sollevate fino ai gomiti.

Sembrava uscito da un film d'altri tempi o da una pubblicità di Burberry, con il capelli scompigliati ad arte, la barba corta di un paio di giorni che evidenziava la linea mascolina della mascella, persino la piccola macchia di sugo a sinistra del labbro non riusciva a rovinare l'immagine.

Presa da un istinto irrefrenabile allungò la mano verso l'uomo, appoggiando il palmo sulla sua guancia lievemente ruvida e strofinando piano con il pollice vicino alla bocca carnosa di lui.

Ma non stava guardando quello che faceva.

Come sempre in sua presenza, non aveva attenzione che per lo sguardo plumbeo di lui, per il suo volto teso e combattuto, per la sua bocca.

"Al diavolo!" gemette lui in basso ruggito prima di allacciare un braccio attorno alla vita fino a schiacciarsela addosso mentre con l'altra mano le afferrava la nuca all'attaccatura dei capelli per orientarla verso il suo bacio.

Non era come quello che si erano scambiati la sera del ballo.

E nemmeno di quelli languidi ma allo stesso tempo timidi che avevano condiviso nella notte.

Questo bacio era aggressivo, possessivo.

Era una lotta, una sensazione di struggente impotenza di fronte a delle sensazioni che sfuggivano al loro controllo.

Daisy non lasciò che la sorpresa mantenesse a lungo il controllo sul suo corpo, rispondendo all'assalto di lui con altrettanta foga, tirandogli i capelli biondi con le dita e spingendosi sempre più vicina al suo petto finché non sentì le mani di lui infilarsi frenetiche nell'orlo superiore della gonna e tirarne fuori la camicetta per poi infilarcisi sotto a stringere e saggiare la carne della vita.

Ed era già tutto troppo, si sentiva sopraffatta dalle mani forti di lui attorno alla vita e sui fianchi, e dalle sue labbra bollenti che le mordevano il collo e le spalle lasciate nude dal trench caduto a terra.

Era come essere sollevata da terra, come se la forza di gravità avesse perso la capacità di tenerla incollata al suolo.

O forse era semplicemente la forza di Luke, che l'aveva sollevata per i fianchi facendole allacciare le cosce sul suo bacino e che tenendola stretta la stava trasportando verso l'enorme divano del salotto.

Si ritrovò seduta su un morbido divano bianco, appoggiata allo schienale ansimante mentre le mani di Luke, inginocchiato tra le sue gambe facevano scorrere la gonna più in alto di quanto non si fosse già spostata.

Vedere le proprie mani nella chioma folta di lui, gli occhi frementi fissi sul suo volto e le labbra rosse per di baci che lei gli aveva dato, mandarono a Daisy una scarica di adrenalina che non credeva di aver mai provato prima.

Quell'uomo stava così per lei.

Era lei che lo riduceva in quello stato euforico e disperato. Con un potere tutto suo.

Raggiunta la consapevolezza di questa sua nuova capacità, Daisy non riuscì a trattenere un sorriso smagliante nell'osservare Luke che, senza staccare gli occhi dai suoi, le posava un bacio leggero all'interno della coscia, poco sopra il ginocchio.

"Sei incredibilmente bella quando sorridi." bisbigliò l'uomo spostandosi di nuovo verso il suo volto e posandole un bacio più calmo sulle labbra.

La donna si sentì arrossire ma afferrò comunque la mano che lui le stava porgendo per aiutarla a rialzarsi.

"Non era così che doveva andare." rise lui riallacciando la camicia che lei non ricordava di aver cercato di togliergli "Avevo cucinato la cena."

"Sicuro che non sia bruciato tutto nel frattempo?" domandò lei ancora lievemente affannata ma senza smettere di sorridere.

"Abbastanza!" le fece l'occhiolino invitandola a seguirlo in cucina "Ma direi che sei tu che devi giudicare."

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