Capitolo XXX - Epilogo

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NdA:

Anche questa storia giunta al termine. Non riesco credere ai traguardi che abbiamo raggiunto insieme, e non credo sarò mai capace di dirvi quanto vi sono grata! Senza di voi non sarebbe stata la stessa cosa, senza il vostro supporto e il vostro sostegno.

Spera vivamente che la storia di Luke e Daisy vi sia piaciuta e che ci rivedremo presto nella mia prossima storia :)

Vi adoro! 







Le finestre lasciamo entrare dolcemente la luce del mattino, quel poco che bastava a permettergli di guardare con attenzione la donna addormentata al suo fianco.

Mentre le accarezzava lievemente i capelli sparsi sul cuscino, Luke si sentì riempire il petto di una gioia che non aveva mai provato.

Gli sembrava impossibile di essere riuscito a convincere quella donna testarda e bellissima a tornare da lui, ed di averla davvero lì, nel letto della sua casa al mare. Della loro casa al mare.

C'era così tanto di Daisy lì dentro!

Se ne era reso conto la sera del Galà, quando era andato lì per trovare rifugio, e invece si era trovato in un luogo che gli ricordava lei più di qualunque altro.

E era stato il momento in cui aveva compreso che Daisy ormi era parte fondamentale della sua vita, che in nessun modo sarebbe stato in grado di lasciarla andare.

Perché la verità era che l'aveva desiderata dal primo momento in cui l'aveva vista, da quando l'aveva osservata entrare decisa nella sala riunioni della sua azienda, porta a combattere fino alla fine, con un fuoco negli occhi che lo aveva attratto e che sarebbe stato impossibile ignorare.

Si era convinto che fosse un segno del destino quando l'aveva vista entrare al ristorante in cui sua madre l'ava spedito per incontrare l'ennesima "pretendente".

Era lei.

Con quella camicetta color bronzo che le risultava gli occhi castani e i capelli raccolti che le mettevano in mostra la curva del collo candido.

Avrebbe voluto posare le sue mani su del collo candido e guidarla in un bacio in quell'esatto momento, ma si rendeva conto che era troppo.

Si era detto che avrebbe resistito, che se fosse successo lei avrebbe dovuto volerlo tanto quanto lui, ma poi aveva piazzato quel giochetto al fidanzamento di Henriette Hashford e non era stato più in grado di resistere.

Pensava che sarebbe fuggita, che si sarebbe spaventata e che avrebbe rotto il loro accordo.

Ma aveva compreso che Daisy St.Claire non era una che mollava, che si lasciava spaventare facilmente davanti alla prima difficoltà.

In realtà aveva pensato di doversi ricredere quando l'aveva vista correre via la sera del Ballo di Natale, ritrovandosi a pesare ogni parola che si fossero mai detti e ogni momento che avessero vissuto insieme.  Chiedendosi se si era sbagliato, se aveva forzato la mano, se le aveva chiesto troppo.

Perché se c'era una cosa di cui era certo era che non aveva mai chiesto troppo se stesso. Che ogni grammo di emozione che provava per quella donna meraviglioso non era forzato, non era sopravvalutato.

Amava Daisy.

Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riportarla al suo fianco, compreso pregare Katherine e Sarah di spiegargli cosa le avesse preso, cosa stesse succedendo, se davvero lei non provasse le stesse cose che prova lui.

Ne era valsa la pena, pensò, di umiliarsi in quel modo.

Perché adesso lei era lì tra le sue braccia, nel posto in cui sarebbe sempre dovuta essere e in cui l'avrebbe convinta a rimanere per sempre.

"Buongiorno." 

La voce assonnata di Daisy lo risvegliò dalle sue riflessioni.

"Buongiorno." rispose con un sorriso posandole un leggero bacio sulle labbra.

"E' bello essere a casa." gli sorrise lei.

"Allora resta." sussurrò l'uomo infilando una mano nel cassetto del comodino a fianco al letto e tirandone fuori la scatolari un'anello.

"Miss Daisy St.Claire" disse prendendole la mano e guardandola negli occhi "Mi faresti l'onore di diventare mia moglie?

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