Capitolo XXIII

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NdA:

Perdono perdono perdono!!

Ho un esame domani e mi ero quasi scordata di postare il nuovo capitolo oggi! Quasi!

Questa sessione mi sta uccidendo e non so più da che parte girarmi! Vi chiedo scusa quindi se queste note sono corte ma la mia mente è distrutta.

Buona Lettura a tutti!! 😘





"Sarah si sposa."

Lanciò la cosa con finta indifferenza mentre se ne stavano sdraiati sul divano di lui a guardare un vecchio film in bianco e nero. Giusto per vedere la reazione dell'uomo alle sue parole.

Con sua grande indignazione non ottenne niente di più di un semplice "Dovrei chiamarla per farle le congratulazioni?".

"Voglio dire... Sarah si sposa. La mia migliore amica! E devo aiutarla a organizzare il matrimonio, scegliere la torta nuziale e il vestito da sposa e..." cominciò a blaterare Daisy gesticolando.

"Sembra quasi che tu stia lanciando dei messaggi subliminali Daisy." le fece notare Luke, sollevandosi per girarsi a guardarla.

"Come?!" si bloccò lei fissandolo.

"Vuoi sposarmi Daisy?" le chiese guardandola intensamente negli occhi.

Tanto intensamente che per poco Daisy si sentì mancare il respiro mentre cercava disperatamente e anche il più piccolo segno di scherno nel suo sguardo.

Si ghiacciò in un secondo al ricordo della prima volta che le avevano rivolto quelle stesse parole.

Ci era andata davvero vicino Daisy. Al matrimonio in grande stile, con la torta e più piani e l'abito bianco e tutto il resto. Così vicina che se ci pensava adesso si sentiva un nodo opprimente allo stomaco, i residui di un'altra vita che le tornavano su dal luogo profondo dentro di lei in cui li aveva segregati.

"Ma sei pazzo?" gli chiese allontanandosi di scatto da quel desiderio troppo forte di rispondergli un dubbioso "Davvero?"

"Allora non credo di capire perché ne stai parlando proprio con me, perché non ritengo di essere un esperto in grado di darti consigli."

"Lei... Mi ha intimato di chiederti se vuoi essere il mio 'più uno'."

"Ti ha intimato? Non dovresti sceglierlo tu il tuo 'più uno'?"

"Spozzilla è arrivata in città!" ironizzò Daisy evitando di ammettere che era stata d'accordo quando Sarah le aveva chiesto di portare l'uomo.

"D'accordo allora. Ma spero per te che non sia la prima volta che fai da damigella! Altrimenti te ne mancano ancora 26!"

Daisy scoppiò a ridere sentendolo rispondere a tono alla sua citazione da uno dei migliori film per ragazze con Katherine Heigh.

"Scherzi a parte, mi hai convinta ad accompagnarti. I matrimoni in solitaria sono sempre una cosa davvero deprimente."

Daisy riprese a ridere appoggiandosi di nuovo al petto dell'uomo e lasciando che le sue braccia le circondassero di nuovo la vita.

"C'è una cosa che però devo davvero chiederti." ledesse d'un tratto l'uomo alzandosi di nuovo.

"Ed è un'evento che odio profondamente e ho davvero bisogno di un supporto per poter superare indenne la serata."

"Non ci vengo al Ricevimento Natalizio dell'Ordine degli Avvocati, Luke!" gli disse per la quarta volta in una settimana.

"Ci verrai invece."

"Nemmeno morta metterò un vestito elegante solo per venire a fare la fidanzata trofeo, per sentimi squadrare da tutti quei vecchi bavosi e imbellettai e dover essere gentile con quelle signore tirate che passeranno il tempo a chiedermi quando ci sposiamo!"

"Non è forse la stessa cosa che dovrò fare io al matrimonio di Sarah?"

Daisy aggrottò le sopraccigli e assottigliò le labbra nella sua espressione più crucciata possibile mentre si vedeva messa in trappola dal ragionamento senza grinze di Luke, che la guardava sorridendo beatamente.

"Questo è un ricatto bello e buono!" ringhiò puntandogli l'indice contro il petto.

Luke non sembrò rimanere per niente intimorito dal suo tono aggressivo, ma scoppiò a ridere prendendole la mano con cui lo stava accusando per portarsela alle labbra.

"Lo so." sussurrò con la bocca che sfiorava pericolosamente il dorso della sua mano, senza mai distogliere lo sguardo da quello di lei.

La prospettiva di ciò che sarebbe potuto succedere accese i sensi di Daisy, facendola fremere.

Quello sguardo, gli occhi plumbei di Luke, erano un pericolo per lei.

Avrebbero potuto convincerla a fare qualsiasi cosa, pieni di quell'ardore, della promessa di una passione divorante.

"Quindi?" le chiese l'uomo facendosi scivolare il braccio scoperto di lei davanti al volto, sfiorandolo a malapena, fino a posarselo sulla spalla per poi avvicinarsi al viso di lei, facendola arretrare contro uno dei braccioli del divano.

Daisy non riusciva a fermare i brividi che le salivano la spina dorsale, obbligandola a mordersi le labbra e inarcarsi inesorabilmente verso di lui.

"Oh mio Dio! D'accordo hai vinto!" squittì frustrata.

Ma la mano di Luke era già posata a metà della sua schiena per premersela addosso e le sue labbra erano già sulle sue.

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