NdA:
Solo altri due esami! Solo altri due esami e poi se Dio vuole sarò libera! Vi giuro che il mio cervello mi sta odiando in questo momento, e spero che non mi stiate odiando anche voi se per sbaglio i miei capitoli sono più corti/disordinati. Ne sono consapevole, ve lo assicuro! Ho deciso che li ricontrollerò tutti appena questo inferno universitario sarà finito.
Nel frattempo spero che vi godrete questo nuovo capitolo della nostra storia!
Buona lettura! 😘
La sala del Ritz Hotel spendeva di tanta luce che Daisy si sentì costretta a socchiudere gli occhi mentre saliva la scalinata al braccio di Luke.
O forse qualcuno aveva avuto la balorda idea di spifferare ai giornali che sarebbero stati lì, e adesso tutta il tragitto dalla strada fino all'ingresso dell'hotel era circondato da fotografi pronti a riprenderli.
"Grazie per essere venuta." le sussurrò Luke all'orecchio risvegliandola dai suoi pensieri.
"Mi hai ricattata, ricordi?"
"Ma non ti avrei mai obbligata se mi avessi continuato a dire di no."
Daisy si voltò per guardarlo negli occhi, e venne colta da un motorii tenerezza vedendo quanta onestà ci fosse nello sguardo di lui.
"Lo so." sussurrò indietro appoggiando per un breve attimo la fronte contro la spalla di lui, dando involontariamente modo ai fotografi di cogliere quel momento di intimità che sarebbe dovuto appartenere a loro due soltanto.
All'interno il salone era gremito di gente, eleganti signori in tuxedo e antiquate dame avvolte in eleganti vestiti di sartoria, ma Daisy non poté fare a meno di sentirsi osservata mentre attraversava la stanza assieme a Luke scambiando brevi cenni del capo o qualche parola con i loro conoscenti.
"Daisy!" il suono della voce del suo capo la fece sorridere di sollievo.
"Bernie, cosa ci fai qui?"
"Sono un'avvocato anche io infondo!" si impeti l'uomo mantenendo una finta espressione seria sul volto prima di scoppiare a ridere "Posso presentarti mia moglie Sandra?" le chiese facendo cenno alla persona al suo fianco, una donna sulla cinquantina estremamente elegante e discreta che le strinse la mano con un sorriso gentile.
"E' un piacere conoscerla Miss. St.Claire."
"Il piacere è tutto mio Mrs. Montague!"
"E questo giovanotto deve essere il famigerato Signor Northman!" le interruppe Bernie stringendo vigorosamente la mano a Luke " Quello che mi ha quasi rubato un caso, e tra un poco finirà anche per rubarmi il mio miglior legale!"
"Stai tranquillo Bernie!" rise Daisy facendogli una leggera pacca sulla spalla "Non vado da nessuna parte." sorrise facendogli l'occhiolino.
"Tranne che sulla pista da ballo spero." si intromise Luke prendendole la mano "Mi faresti l'onore?" le chiese formale, ma lei aveva già annuito e si era lasciata accompagnare al centro della sala, appoggiandosi a lui.
Quando l'orchestra cominciò a suonare il valzer a Daisy venne quasi da ridere.
"Porta alla mente tanti ricordi, non è vero?" chiese Luke con un furbo sorriso mentre la faceva volteggiare leggera in mezzo alle altre coppie.
"Non scherzare!" rispose allegra la ragazza lasciando un secondo le braccia di lui per poi ritornarci velocemente con una piroetta, trovandosi intrappolata nella sua stretta.
"Non scherzo mai." le bisbigliò guardandola dritta negli occhi prima di chinarsi sul suo viso e pretendere le sue labbra in un bacio esigente e disarmante.
E Daisy si sentì di nuovo come la sera al fidanzamento di Henriette Ashford, quando il mondo era scomparso oltre una cortina di tulle e la gravità aveva smesso di tenerla attaccata a terra e aveva cominciato ad avvinghiarla insieme Luke.
Quando finalmente ebbe la forza di separarsi dalla bocca calda e dolce di Luke, abbe la sensazione di essersi appena svegliata, di aver ricominciato a respirare solo da quel bacio.
Ed ebbe paura.
Lei, Daisy St.Claire, nota per essere uno degli avvocati più intraprendenti e aggressivi si ritrovò travolta da quel sentimento che non riusciva a fermare, come uno tsunami he si porta via ogni certezza e ogni sicurezza.
Ebbe terrore. Stava sfuggendo tutto al suo tanto amato controllo, e quello che stava provando l'avrebbe distrutta per sempre, come l'aveva distrutta anni prima.
"Perdonami." disse allontanando Luke, spingendosi lontano dal suo petto e dal suo calore "Credo di aver bisogno d'aria."
Incurante del ballo ancora in corso, si avviò in fretta vero la balconata che dava sul parco dell'hotel, nella speranza che il fresco della sera riuscisse a raffreddare il calore che stava provando dentro.
Ma una volta fuori però non fu solo il venticello leggero a mandarle brividi lungo la spina dorsale.
Fu la voce di un'uomo, quella che sperava di aver dimenticato e di non dover mai più sentire.
"Bene, bene, bene! Hai messo su un bello spettacolo, non è vero tesoro?" la derise graffiante mentre la sua figura si staccava dall'ombra del muro per portarsi davanti a lei.
"Che cosa ci fai qui?" ringhiò la ragazza cercando di indietreggiare ma finendo con lo scontrarsi contro la balaustra di pietra.
"Ma come?! Non sei felice di rivedermi?"
Quel ghigno popolava ancora i suoi peggiori incubi, quel ghigno che aveva sempre scambiato per un sorriso, ma che si era rivelato la facciata distorta della persona che l'aveva distrutta.
"Te lo chiedo per l'ultima volta." ringhiò di nuovo, questa volta facendo un passo in avanti, con la stessa irrazionalità che può avere una leonessa braccata.
"Che cosa ci fai qui Joseph?"
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Accordo d'Amore
RomanceDaisy St.Claire è uno dei migliori avvocati di Londra. Tutti conoscono le sue origini nobili, la sua fama di leonessa in tribunale e la sua freddezza nelle questioni private. Ma a sua madre questo non sembra importare. Tutto quello che vuole...