Capitolo XXVII

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NdA:

Questa è la tragica, devastante, orribile storia di come il mio computer si sia rotto venerdì scorso e per poterlo riaggiustare hanno dovuto resettarlo.

RESETTARLO!

I miei appunti dell'Università (a una settimana dall'esame), i miei documenti, la musica, le foto, IL LIBRO! QUESTO LIBRO!! Tutto giù nel wc!!

Brutta cosa! Lasciatevelo dire: se non lo avete ancora, compratevi un hard-disk esterno e salvateci sopra TUTTO! Prima che vi succeda quello che è successo a me!

Questo è qui di il motivo per cui non ho aggiornato lunedì come al solito. Ho fatto davvero moltissima fatica a riscrivere questo capitolo, perché la vecchia bozza era venuta benissimo e ora che ho dovuto riscriverlo non mi soddisfa più pienamente.
Ma ditemi voi cosa ne pensate, ok??

Buona Lettura!
AdharaSlyth












Stava davanti a lei, immagine di un passato che aveva fortemente sperato di non dover mai più fronteggiare.
Gli stessi occhi neri, carichi di rabbia e di scherno, e lo stesso malvagio sorriso, pronto a schernirla. A distruggerla.
"Sono venuto a vedere questa pagliacciata che hai messo su Daisydear!"  rispose lei avvicinandosi ancora di più "Quasi non ci credevo quando ho letto sui giornali che ti stavi frequentando con qualcuno."
"Quello che faccio non sono affari tuoi."
Tutta l'autostima che aveva cercato di riacquistare, tutta quella forza di cui si vantava stava lentamente scivolando via, sopraffatta dal senso di claustrofobia che la vicinanza con quell'uomo le provocava.
"E' qui che ti sbagli, tesoro!" la aggredì l'uomo afferrandole un polso "Pensavo di essere stato abbastanza chiaro l'ultima volta che ci siamo visti. Puoi pensare di ingannare chi vuoi, con le tue foto sulle riviste e le tue apparizioni alle feste, ma io so la verità! E la verità è che non è assolutamente possibile che un'uomo, specialmente Northman, potrebbe mai arrivare ad avere dei sentimenti per te."
Il cuore di Daisy perse un battito.
"Cosa gli hai promesso Daisy? Cosa mai potresti dargli per convincerlo sopportarti? A starti a sentire mentre parli costantemente del tuo lavoro, mentre annoi il mondo intero con le tue lamentale. E non può certo trattarsi di sesso, perché sappiamo entrambi che non riusciresti mai a tenerti un'uomo con quello, proprio come non sei riuscita a tenerti me."

E in un attimo Daisy era di nuovo a quella sera di due anni prima.
Non c'era più il terrazzo, la musica ovattata, la luce soffusa del salone.
C'era la porta dell'ufficio del capo della squadra legale spalancata, e davanti ai suoi occhi c'era Joseph, con gli occhi infiammati di odio e quel sorriso che la faceva rabbrividire, che riduceva la sua autostima al suolo. E sullo sfondo c'era ancora quella donna, quella che era stata il suo capo, quella che aveva minacciato di denunciare la sua azienda per licenziamento ingiustificato e per colpa della quale aveva conosciuto Luke.

"Mi hai sentito tesoro?" le bisbigliò Joseph all'orecchio "Non ti amerà mai, proprio come non ti ho mai amato io." Terminò, lasciando le che il suo respiro le facesse scivolare brividi di puro terrore giù dalla schiena prima di ridere e allontanarsi da lei, lasciandola sola alla ricerca di aria.

Joseph aveva ragione.
Quello che c'era tra lei e Luke non era reale.
Si era infilata in qualcosa che aveva una sola via d'uscita, ed era un'opzione che non si poteva permettere.

Era così profondamente racchiusa nella spirale die suo pensieri che non si accorse neanche che proprio l'uomo a cui sta pensando l'aveva raggiunta sul balcone.

"Daisy" La chiamò appoggiandole due dita sotto il mento per poter incrociare il suo sguardo "Stai bene?" le chiese, ma Daisy era persa.
L'immagine di Luke si sovrapponeva a quella di Joseph e il presente e il passato si confondevano facendole venire le vertigini.
"No." rispose con le lacrime agli occhi, guardandolo senza vederlo davvero "E' tutto sbagliato."
"Cosa è sbagliato Daisy? Mi dispiace di averti convinta a venire, se stai male possiamo andarcene." cercò di rincuorarla Luke prendendole le mani della ragazza tra le sue.
"Non è la festa Luke, è tutto! Questa... cosa! Noi! E' tutta una farsa, una recita!"
"Daisy cos-!"
"No!" Alzò la voce lei divincolandosi dall'abbraccio in cui lui stava cercando di stringerla "Non è niente di vero Luke! Niente di tutto quello che abbiamo fatto è reale! E io... io non posso più farlo."
Ammise in un sussurro, posando le mani tremanti sul petto di lui e spingendolo via, aprendosi la strada attraverso il sapore poi di corsa fuori dall'hotel, alla ricerca di un taxi.

Mentre la macchina la riportava al suo appartamento, era pioggia di Londra bagnava i finestrini facendola sentire uno schifo dentro e fuori, Daisy si rese conto di quanto a fondo era caduta nella tana del coniglio.

Aveva ingannato tutti.
Il suo capo, i suoi colleghi, persino sua madre!

Ma la persona a cui aveva mentito più che a tutte, era soltanto lei stessa.

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