Capitolo XXI

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NdA
Buon Anno Nuovo a tutti!!
Ben tornati a tutti!!

Volevo ringraziarvi ancora una volta per il vostro incommensurabile supporto!
Abbiamo raggiunto assieme un traguardo che non pensavo avrei visto mai: 10M di visualizzazioni!!
Non so come esprimere quanto sono felice! E non sarebbe stato possibile senza di voi!

Quindi grazie grazie GRAZIE DI CUORE ❤️







Continuarono a vedersi nei mesi che seguirono, partecipando a qualche evento mondano ma principalmente usandosi a vicenda come scusa per scappare da Londra ogni qual volta il lavoro si facesse troppo pressante.

Avevano chiuso la causa molto prima di quanto ci si potesse aspettare, e Daisy si era sentita stranamente combattuta nel vedere l'espressione delusa di Luke quando il giudice aveva letto il verdetto che dichiarava la sua azienda non colpevole.

Avrebbe voluto consolarlo, e allo stesso tempo cominciare a saltare con fare infantile.

Era una parte della sua vita che finalmente si stava chiudendo, e lei ne stava uscendo vincitrice su tutti i fronti.

Quella stessa sera lo aveva raggiunto sotto casa e aveva lasciato che la facesse salire in macchina per poi partire senza dirle nemmeno una parola.

Erano arrivati sulla Riviera che era già notte ma Daisy era comunque riuscita ad intravedere alcuni dettagli della casa in cui l'aveva fatta entrare.

Una villetta moderna, sul fianco di una collina.

Il piano inferiore, un'unico immenso open space dal parquet chiaro, era illuminato dai raggi della luna, lasciati entrare indisturbati da due immense vetrate ad angolo che si affacciavano su una veranda in legno che garantiva la vista su tutta la baia di Goodrington Sands.

Nella penombra della grande stanza aveva lasciato che Luke abbassasse il volto scuso sul suo accettando clemente l'assalto della sua bocca.

Luke era stato rude, deciso ma non aggressivo o violento. Sembrava essere consumato da un bisogno primordiale che non aveva speranza di annientare, da una disperazione che gli ruggiva dentro, e Daisy aveva semplicemente seguito la sua guida, lasciando la che spingesse con decisione contro il muro prima di sollevarla per farle allacciare le gambe denudate attorno alla sua vita.

Aveva lasciato che le entrasse dentro, che le respirare affannato e sconvolto sulla pelle sensibile del collo e che la trasportasse ancora allacciato a lei in una delle camere al piano superiore.

Gli aveva permesso di mostrarle la sua delusione per la sconfitta nel solo mondo in cui sarebbe mai stato capace di ammetterla e alla fine di tutto lo aveva lasciato accoccolare con la testa sul suo petto posandogli un bacio tra i capelli e aspettando che si addormentasse.

Non si erano detti nulla.

La mattina dopo a svegliarla era stato il semplice rumore della porta che si apriva e la sensazione del materasso che si inarcava sotto il peso di qualcosa.

Si era tirata su coprendosi con il lenzuolo e stropicciandosi gli occhi, e aveva trovato l'espressione mortificata dell'uomo ad attenderla.

"Mi dispiace per ieri sera." le aveva detto sollevando un'angolo delle labbra in un sorriso di rassegnazione e scuse.

Lei aveva sorriso a sua volta un sorriso caldo e aperto e si era sporta a baciarlo, una cosa che era lentamente diventata la norma per loro.

Avevano passato la giornata a girare per la cittadina in riva al mare e a cambiare sulla spiaggia, e Luke aveva speso il suo tempo a cercare di compiacerla in qualsiasi cosa lei chiedesse, come se avesse ancora da farsi perdonare.

Quando alla fine Daisy gli aveva fatto notare che alla casa mancava qualche tocco personale l'aveva sorpresa con una risposta sconvolgente.

"Potresti scegliere qualcosa tu, quella casa ha bisogno del tocco di una donna. Potremmo venire più spesso se scegli qualcosa che piace anche a te."

E Daisy non aveva sentito il suo cervello che le diceva che stava andando fuori strada, ma solo i battiti accelerati del suo cuore in volo.

Così, una volta tornata a Londra, aveva fatto stampare una foto scattata dalla veranda di Luke, frutto della sua segretissima passione per la pellicola, e ne aveva fatto un piccolo quadro.

E in quella casa erano tornati tante volte.

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