~capitolo 2

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Amavo il suono della campanella, era indispensabile sentire il suo suono dopo sei lunghe ore. Scendevo le scale e mi mischiavo con la solita folla di sfigati dannati. Chiedevo una sigaretta a un ragazzo o a una ragazza a caso e la accendevo. Questa era la mia routine. Vivevo in una piccola città. A dircela tutta chiamarla città sarebbe un' offesa alle vere città. Il cielo sempre coperto, la noia che ti assaliva e la costante necessità di dire: "vaffanculo"; non per farsi grandi ma semplicemente per fare capire a qualcuno la tua stanchezza. Nella mia città c'era sempre quella necessità di essere "diversi", magari solo per attirare l'attenzione. Molte delle mie amiche fingevano di essere lesbiche o bisex oppure di avere una personalità punk nascosta. Mi sembrava brutto nei confronti di chi lo era davvero e malgrado io accettassi gli altri orientamenti amorosi le finzioni le odiavo. Fatto sta che dove vivevo, avere un look normale ed essere etero era fuori moda... eppure io lo ero... già ero una sfigata o almeno gli altri la pensavano cosi.

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