~capitolo 6

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Sentivo al piano inferiore la voce stridula di mia madre. Ero in preda al panico. Completamente terrorizzata con una voglia matta di scomparire per un po' dalla mia vita. Il cuore a mille che sembrava volere uscire dal petto in un qualsiasi momento. Suppliccai Steve di nascondersi in balcone. Ma lui mi guardo,mi rise in faccia e disse: "suoretta,ti sembro il tipo che gioca a nascondino io?". Era la persona più disgustosa del mondo,davvero. Rimase lì fermo in piedi e in quell'istante constatai che mia madre non era più in casa e che probabilmente era rientrata per prendere qualcosa. Avevo avuto una gran fortuna. Ci fu un attimo di silenzio,uno solo. Poi mi spinse nuovamente sul letto. Cercai di opporre resistenza. Volevo buttarmi lì su quel letto e lasciarmi fare quello che voleva, quello che ama fare con le altre ma il mio cervello diceva di no. Ebbe la meglio il corpo. Sapevo di non avere nemmeno un po' di esperienza, di essere una stupida a dare così confidenza a qualcuno che conoscevo appena eppure ero attratta fisicamente, ne ero totalmente dipendente. Ci ritrovammo li sdraiati nuovamente. Sapevo che era sbagliato, ma non resistivo. Lo volevo,aveva un qualcosa di diverso di cui sentivo di avere bisogno. Afferrò l'orlo della sua maglietta e la sfilò. Iniziammo a baciarci. Mi guardava. Poi gemette quando gli passai la lingua sul labbro inferiore. " sta zitto" lo intimai. "Cosa?" chiese. "Ora ti faccio vedere" aggiunse. "Aspetta" dissi un po' impaurita. "No... Non aspetto un bel niente" disse con tono minaccioso. Si mise sopra di me, con le gambe ai lati delle mie. Ricordo che delicatamente mi sfilò prima i pantaloni e poi le mutandine. Mi levai pure la maglietta. Non sapevo davvero cosa fare,stavo riflettendo tra me e me poi appoggiò una mano gelida proprio lì. Ero così in imbarazzo,confusa.. Probabilmente se ne accorse. "Sei così freddo" dissi. "Freddo!? Sorry piccola" rispose e infilò due dita dentro, senza preavviso. I miei fianchi si sollevarono dal letto e il dolore inizio a farsi sentire "ehm hai detto che avevo le mani gelide no!?" sorrise. Sembrava così concentrato sui gemiti, sulle mie mani che stringevano forte le lenzuola. Gli mordicchiai il collo è incominciai a succhiarlo con forza: così tutti e soprattutto lui avrebbe capito che mi apparteneva. Iniziò a spinersi in me. Ricordo solo le sue parole, e lui: quel ragazzo stupendo che gridava il mio nome perso dell'orgasmo. Era tutto ciò di qui avevo bisogno. Avevo bisogno dei suoi 'ti amo' e persino dei suoi insulti. Avevo bisogno di una persona che sapeva veramente chi ero finalmente. Alla fine restammo li abbracciati e sudati. E dormimmo insieme quella notte. Come due adulti... Perché è questo che molti adolescenti in fondo vogliono sentirsi adulti e perdersi in un amore che li distrugge.

Take Me Out.... Tonight!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora