~capitolo 15

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Arrivammo in camera, senza rivolgerci la parola. Lui si sedette sul grande letto. Io restai lì in piedi,attaccata alla porta. Si slaccio' gli anfibi e si tolse i calzini e li infilò all'interno delle scarpe. Poi si sbottono' i pantaloni bianchi che aveva addosso e se li sfilo'. 
"Cosa stai facendo? " gli domandai
"Ma non lo vedi, mi sto spogliando!" mi disse, sottolineando quanto quella risposta fosse ovvia.
"Perché?"
"Bhe, santarellina, non dormo con i pantaloni e gli anfibi addosso." Scoppiò a ridere. Ogni suo gesto per me era una scossa in tutto il corpo.  Ma dovevo trattenermi. Mi aveva troppo trattata male.
Si tolse in fine la maglietta,  come potevo non fissarlo? Non guardare quegli addominali perfetti. Mi lanciò la sua maglietta, ma la lasciai cadere per terra.
"Mettila. Imnagino che tu non abbia un pigiama con te per sta sera. Ah, comunque sei molto più carina del solito" sembrava premuroso? Cosa Steve premuroso? Ma per favore...
"Non mi lamento del fatto che devo dormire con te, per il semplice motivo che il letto è grande abbastanza per tutti e due" dissi dopo qualche minuto.
Mi sentivo più serena. Cazzo, Steve solo con i boxer. Ero in paradiso,  ma dovevo placare i miei folli ormoni.
Salì sul letto e mi misi nel bordo opposto a dove si trovava lui.  Se mi spostavo di poco cadevo di sotto. Notai che si mordeva la lingua per non ridere. Era davvero buffo.
"Girati" lo obbligai a guardare altrove.
"Non ci penso nemmeno" rispose. Mi fissava le labbra.
"Immagino quelle labbra attorno a me" sorrise. Cazzo, anche io lo volevo. CHE PENSIERI. Scesi dal letto, raccolsi la maglietta e me la infilai. Sapeva di buono, di menta;  di lui. Ero rimasta solo in mutande praticamente e con la sua maglia. Tornai al mio posto.  Ci fissammo. Gli occhi di Steve erano colmi di desiderio e non si staccavano dai miei. Mi prese per mano. Al momento mi bloccai, non volevo nemmeno toccarlo. 'Al diavolo'pensai poco dopo e mi posizionai sopra di lui. Mi reggevo sulle ginocchia per non sfiorarlo ma lui mi spingeva giù.  Le cosce nude. Ero felice di essermi fatta la ceretta la sera precedente. Quando i nostri corpi si toccavano ero felice. Era però una felicità che sapevo non poteva durare a lungo.
Ero davvero a disagio.
"Cosa hai piccola? " e mi accarezzo'. Piccola. Era così bella quella parola detta da lui.
Non sapevo cosa fare.
Iniziai a toccare i suoi addominali scolpiti. Poi abbassai la mano, lasciandola sopra i suoi boxer e raggiunsi il punto in cui il tessuto si rigonfiava. Ero troppo imbarazzata per guardarlo in faccia. Schiusi le dita ai due lati del rigonfiamento e poi iniziai a muovere la piccola mano, prima lentamente poi accelerando un po'il ritmo. Di tanto in tanto gli sfuggivano gemiti  e io stringevo ancora più forte per sentire quel suono. Per avere la certezza di quanto lo facessi stare bene.
Mi sfilai il reggiseno e iniziai a baciarlo sul collo tutto sudato. Poi lo ripresi nuovamente in mano. Mi avvertì che stava per venire. Quando senti bagnarsi parecchio i boxer levai la mano. Mi piaceva molto il controllo che esercitavo. Mi disse che nessuna troia l'aveva mai fatto venire così. Mi bacio' a stampo. Intanto pensavo a tutte le ragazze che lo avevano fatto sentire in quel modo. Avrei voluto tanto essere l'unica. Tra noi c'era: odio. Eppure mi trovavo sopra di lui come una cogliona.

Dopo poco si alzò e si cambiò i boxer bagnati.
"Senti, voglio ricambiare il tuo favore ok?" Disse.
Sentivo già una scossa elettrica in tutto il corpo.
"Lo vuoi? " sussurrò.  Certo che lo volevo, ovvio, scontato. Mi coprivo le labbra intenta a nascondere quanto cazzo lo volessi. Si spostò sopra di me. Mi toccò la coscia e mi venne la pelle d'oca. Poi la bacio'.
"Voglio sentire di cosa sai... laggiù" precisó. Fece scivolare la mano tra le mie gambe. Premette le dita nella zona più sensibile. Non avevo la voce per dirgli si lo voglio, ma forse lo aveva capito.
I miei fianchi si sollevavano continuamente. Infiló le dita nelle mutandine. "Mi mancava sentirti bagnata per me" quelle parole,  a me mancavano le sue parole. Il suo dito scivolava in me rapidamente, e io mi abbandonavo sul cuscino mentre lui lo muoveva dentro e fuori.
Ammise che gli piaceva tanto guardarmi in quello stato. I miei mugoli... come eravamo passati da "ti odio" a questo? Ma in fondo non mi importava saperlo. Sfilo'in fine la  mano dalle mutandine.  Poco dopo la sua testa scese tra le mie gambe e con la lingua la leccava. Tremavo. Mi coprí la bocca per non gridare il suo fottuto nome e per non farmi sentire.
Ma in fondo le migliori storie sono sempre iniziate con 'io con quello? Mai'
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