~capitolo 27

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Le vacanze volarono e le passai praticamente in casa ad annoiarmi.
Era il 15 settembre: nuova scuola, nuovi compagni, nuovi insegnanti.
Ero preoccupata.
Steve sarebbe passato a prendermi quella mattina la cosa buona era che eravamo insieme.
"Amore" mi corse incontro
"Agitata?" Domandò
"Mh, parecchio" risposi
"Ci sono io"
Lo abbracciai forte.
"Ora andiamo sennò faremmo tardi"
L'Istituto era davvero grande e anche vecchio.
Mano nella mano entrammo.
Tutte le ragazze fissavano Steve e devo ammettere che provavo una certa gelosia.
Una ci si buttò addosso.
"Avete qualcosa da dichiarare sulla vostra relazione? Tutto bene? Un sorriso per la stampa"
Ma che cazz
"E' Mariasole, la ragazza che lavora per il giornalino della scuola è davvero odiosa" mi spiegò il mio ragazzo.
Senti una voce dietro di me.
Oh, no Dafne. Ci mancava lei.
"oh, Caro vedo che non ti sei ancora stancato della santarellina"
Steve strinse ancora più forte la mia mano.
"Fatti i cazzi tuoi" sbottò.
"Me la pagherete"
Scopiammo in una risata.
Le tre ore di lezione passarono velocemente tra presentazioni e avvisi vari.
Usci dalla classe e presi le mie cose nell'armadietto.
Involontariamente mi scontrai con un ragazzo.
Era alto, occhi verdi, capelli biondi. Aveva un piercing sul sopracciglio.
"S-scusa" ero parecchio
imbarazzata
"Non ti preoccupare bella. Piuttosto come ti chiami?"
"Azzurra... tu?"
"Pietro"
"Bel nome"
Prese un bigliettino e una penna e scrisse il suo numero e me lo lasciò. Ci salutammo.
"E così hai fatto colpo su Pietro il rompipalle"
"Non parlare così di lui è stato molto gentile con me" rimproverai Steve
"Gentile non è il termine adatto se si parla di quello stronzo"
"Ce qualcosa che dovrei sapere? " gli chiesi
"Fatti miei" rispose bruscamente. "Come vuoi, non puoi impedirmi di stare lontano da lui"
"Azzurra,lo dico per il tuo bene, stagli alla larga e qualsiasi cosa potrebbe dirti sul passato e su di me non ascoltarlo"
"Cosa dovrebbe dirmi?" Sbuffai.
Mi stavo stanvando.
"Niente di che"
Tutte scuse.
C'era qualcosa che non quadrava.
"Ciao, io vado"

Una volta arrivata a casa appoggiai la cartella sul letto e tirai fuori il mio libro preferito: After. Non mi stancherò mai di leggerlo. Tessa e hardin erano davvero una bella coppia: quante emozioni.
Poi mi ricordai di Pietro e gli scrissi.
Chattammo un pochino. Era davvero simpatico. Mi chiese di uscire domenica sera e accettai.
Forse stavo sbagliando, stavo facendo ingelosire Steve ma no, impossibile c'era qualcos'altro. Qualcosa di più profondo tra quei due.
Volevo indagare immediatamente.
Così chiamai Mariasole.
Chi più di lei poteva essere aggiornata su ste cose.
"Non posso dirtelo" continuava a ripetere
"Qualche settimana fa Steve mi ha detto di tacere sulla storia di Isabella"
"Isabella?"
"Ho già parlato troppo. A domani" e riattaccó.

chi era Isabella?
Isabella, Isabella, Isabella.
Quel nome mi tormento' per tutta la notte.

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