~capitolo 30

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*"dove mi trovo?" Mi domando guarandomi attorno persa nel buio. Solo gufi e ululii di lupi. E voci. Voci che non sento bene, voci così lontane ma cosi vicine e un rumore anzi no, un tocco gelato sulla mia spalla.  Una mano pallida con le unghie lunghe. Un viso bello ma anche esso bianco come un lenzuolo.
Un soffio gelido sul mio collo; una carezza delicata sul lobo.
"Salvati Azzurra, salvati"
Paralizzata con la voce tremante cerco di rispondere: sono bloccata.
"Da-a da-a da-a chi?"
"Da lui"
Mentre cerco di capire qualcosa mi volto. Lei non c'è più.
Isabella.*
Un incubo ecco cosa avevo fatto un maledetto incubo.Il cuore a mille.  Perché la storia di quella povera ragazza morta mi perseguitava così tanto?
Le sue parole continuavano a perseguitarmi.
"Salvati, salvati"
A scuola ero persa: fissavo il vuoto alla ricerca di risposte che probabilmente non sarebbero mai arrivate.  "Devo andare da Dafne; lei con la sua cattiveria saprà in un qualche modo aiutarmi" e mi convincevo sempre di più a parlarle.
Finché non la beccai in privato.
E le feci finalmente la mia richiesta.
"Senti, tu non mi stai sul cazzo azzy cioè si ti trovo fastidiosa e perfettina ma dai non ti odio.
In quanto a Isabella bhe è in bocca a tanti quel fatto ma nessuno conosce la verità tranne me, Steve e Pietro.
Io, si ero gelosa di lei come lo sono di te ma le volevo bene, un bene incondizionato considerando che stiamo parlando della mia migliore amica e vederla morta ha fatto morire una parte di me: una ferita, un vuoto incolmabile.
Ti assicuro che non è stato un suicidio. Era una ragazza allegra, amava la danza, la natura, gli animali era sempre gentile e disponibile e dolce e paziente come te; non avrebbe avuto senso uccidersi. No, l'hanno ammazzata. L'ha ammazzata.
Non so tutti incolpano Pietro ma io, io non credo sia stato lui riflettici: non è il tipo. Penso più a qualcun altro" con le lacrime agli occhi uscì dal bagno.
Era meglio se non facevo domande.

STEVE È UN ASSASSINO.
Il solo pensiero mi faceva venire un nodo alla gola.
IL MIO RAGAZZO È UN ASSASSINO, SI MAGARI LO È.
E mi tormentavo.
Ancora una volta mi aveva mentito si perché le persone fanno così: mentono per salvarsi dalle circostanze e in un qualche modo per salvarsi da loro stessi.

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