~capitolo 14

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Quattro del pomeriggio. Noia totale.
Ero lì sdraiata sul letto a guardare il soffitto con le cuffie nelle orecchie: cazzo mene di Ghali a tutto volume. La musica cancella tutto dai pensieri più grandi a quelli più piccoli. Il cellulare vibro': era Greta.
《Azzy, vuoi venire da me oggi?》erano quelle le parole che lessi immediatamente nello schermo. Accettai volentieri, d'altronde non avevo niente di meglio da fare quel pomeriggio.
Presi le chiavi di casa, lasciai un breve bigliettino a mia madre e mi avviai a casa della mia amica.
Mi accolse calorosamente.
Ci recammo nella sua stanza. Alle pareti notai moltissimi poster di cantanti che non avevo mai visto prima. Mi fece sedere sul letto. Mi propose di andare ad una festa. No, mi ero promessa che non sarei più andata a nessun tipo di festa.
"Dai coraggio, azzy, è sabato. Vieni con me e i miei amici. Ti riaccompagnamo a casa quando sarà finita" scossi la testa, non mi andava di uscire. "No, senti devo andare a studiare dopo..." non era vero. O meglio avrei dovuto ripassare tante materie ma non era nei miei progetti per quella sera. "Oh, coraggio è un po'che non ti diverti!!" mi canzonó Greta.
"Va bene, però devi riportarmi a casa dopo" la avvertì.
Greta esultó. "Evviva, però posso farti delle cose?"
"Cosa?! Che genere di cose?" gemetti, ,perché prevedevo parecchi guai
"Posso metterti apposto io per sta sera?!" "Per favore"aggiunse.
Accettai mal volentieri, ovviamente.
Greta ricominció a saltellare e ad esultare contentissima.

Mi depilo' le sopracciglia (una vera tortura). Cercai di mantenere la calma e di tanto in tanto mi guardavo allo specchio. Mi stiro' i capelli e ci spruzzó sopra mezzo barattolo di lacca (che da quanto mi ricordo aveva appena comprato). Mi diede un sacco di matita nera. Già mi preoccupavo. Speravo solo di non sembrare un clown o qualcosa del genere. Dopo avermi mostrato venti vesti all'incirca (tutti neri) ne scelsi uno. Mi sentivo così strana. Chiaramente mi toccò indossare una delle sue bizzarre collane.
Mi disse che ci sarebbero passati a prendere due suoi amici maggiorenni in auto. Ecco, c'era da preoccuparsi. E se ci fossimo schiantati? Arrivarano su una mini piuttosto sporca.
Il primo dei due che notai si chiamava Micheal: aveva un bel viso. Notai subito il suo look: hippy. Aveva i capelli lunghissimi, i pantaloni larghi e una maglietta insolita. Ma come cazzo si fa a girare così? Quella fu la mia prima impressione. L'altro Alessandro sembrava già più normale (o almeno lo speravo). Mi fece l'occhiolino e mi sorrise. In macchina fui l'unica a non parlare per mezz'ora. Di tanto in tanto Micheal canticchiava Bob Marley, ovviamente era un fan sfegatato, avrei dovuto capirlo dallo stile... e Alessandro raccontava di quando la notte prima era stato inseguito dalla polizia. Poi Micheal tiro' fuori qualcosa dalla tasca. Poco dopo capí cosa era: ERBA. Inizio a fumare. Dopo una, due, tre canne si potevano notare i suoi occhi rossi come il sangue e delle parole a caso che uscivano dalla sua bocca. Poi arrivammo.
Ci sedemmo in un divano tutto rotto. E iniziammo a parlare. Cercai di essere divertente...
Scoprì la tradizione di quel posto: dormire tutta la notte con una persona qualsiasi in quel locale. CAZZO, NO. Estraevano nomi e nomi e il mio non uscìva.
Poi finalmente Azzurra fu sorteggiato. Mi misi a ridere quando senti il nome del mio presunto compagno di letto: Steve. Era uno scherzo vero?
Ma purtroppo no, non lo era.
Salì le scale sconfitta già consapevole di ciò che mi sarebbe aspettato.
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Ciao a tutti.
Ehm, lo so oggi ho scritto più del solito... spero che leggerete tutto il capitolo. COMMENTATE MI RACCOMANDO VOGLIO SAPERE QUALCHE VOSTRO GIUDIZIO.
Un abbraccio
~giulia

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