~capitolo 12

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Piena di emozioni contrastanti.  Ecco come mi sentivo in quel momento. Cosa potevo fare?
Mi aveva usata. Come un qualsiasi oggetto. E io mi ero fidata ciecamente di lui senza nemmeno conoscerlo. Volevo strapparmi il cuore dal petto e buttarlo via; lontano.

Finiti i gradini mi persi nuovamente in quel corridoio: era enorme, pieno di stanze.  Aprì  tutte le porte e in ogni camera c'erano ragazzi che si baciavano. Finché non sentí una voce familiare. Eccolo li. Al telefono con qualcuno o qualcuna... Era voltato di spalle e non si accorse della mia presenza. Finché la chiamata non terminò e si giro' di scatto.
Non sapevo nemmeno da dove iniziare.
"Brutto stronzo" feci una pausa e ripresi "mi hai fatto credere che ti importasse qualcosa di me e invece... Invece era un gioco."
"Azzy che cazzo stai dicendo? " sbottò.
"Coglione, non osare chiamarmi azzy. Quello è il soprannome con cui mi chiama la gente che tiene minimamente a me."
"Fanculo azzurra, fanculo". Era strafottente come sempre.  Non lo sopportavo."I 200 euro li hai investiti bene almeno? " aggiunsi ridendo (in realtà non sapevo se ridere o piangere). "Azzurra..."
"Un cazzo, Steve, un cazzo. Mi hai conquistata solo per sentirti più grande per dimostrare a tutti e soprattutto a te stesso che nessuna resiste a te. Vergognati" stavo urlando.  Mi mise una mano davanti alla bocca e mi guardò fissa negli occhi. Io per istinto lo fermai. "Non puoi risolvere le cose così sempre. Non ti perdono, chiaro? " mi sorprendevo da sola delle mie parole, grazie alcool. Lui sembrò non ascoltarmi. Si sfilo' la maglia bianca che aveva addosso e io mi girai dall'altra parte per non guardare quegli addominali stupendi. Oh, era davvero complicato. "Ma guarda,  ti stai morendo il labbro. Mi desideri; desideri solo me. Perfino da ubriaca" E mi mise le mani sul suo torace. "Stai fermo!!" Sentivo una fiamma dentro di me ero indecisa tra riempirlo di botte e baciarlo. Quanto mi mancavano quelle labbra, quel sapore di menta. "Senti azzurra. È vero ok? È vero ho scommesso con eros. Ma me ne pento. Non sono il ragazzo per te. L'ho subito capito. Sei così dolce e ingenua. Lo ripeto: non siamo uguali anzi.
Io le ragazze le uso e basta. Le scopo e le dimentico.  Ma con te è diverso. Passerei le ore ad ascoltarti mentre parli di After, il tuo libro preferito. Con le tue gambe sulle mie ginocchia e con una sigaretta tra le dita. Non voglio nemmeno immaginare una vita senza te, dal primo istante in cui ti ho vista. Siamo diversi e simili. Siamo fatti l'uno per l'altro. Tutto ciò va oltre l'attrazione fisica. Io ti voglio ora. Su questo letto. Mi manchi. E ho sbagliato. Sono una merda. E quando saprai la mia storia lo capirai. Te la voglio raccontare ma non ora..." Volevo fare qualcosa con lui ma per rispetto di me stessa e per le delusioni subite mi bloccai. Girai la chiave e me ne andai.
Per tutto il tempo a seguire le sue parole mi tormentarono "non sono il ragazzo per te" era vero; tremendamente vero.

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