capitolo 31

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Le voci dei mie genitori, di Ella e di Luke, risuonano nella sala da pranzo. Tra noi ragazzi c'è un silenzio imbarazzante. Non ho molta fame a causa della situazione in cui mi trovo. Jace non mi ha degnata nemmeno di uno sguardo. Ogni tanto i miei occhi si posano su di lui, spero solo non ci faccia caso.

-Clary hai deciso se proseguire gli studi?- sento dire dal padre di Isabelle.
-Ehm, si. All'università di Miami.- dico tornando nel mondo reare.
-Miami? Una città meravigliosa.- dice Luke.
-Eh già.- rispondo timidamente.
-Tesoro, potresti andare a prendere il dolce?- mi chiede mia madre.  Annuisco e mi alzo.
-Jace aiutala.- dice sia madre. Lui le lancia un'occhiata.
-Posso fare da sola, davvero.- dico ad Ella.
-Insisto, Jace vai.- risponde la donna. Il figlio si alza e io mi dirigo in cucina.
Apro il frigorifero, prendo la Banoffee pie* e la poso sul bancone. Mi giro e apro l'armadio in vetro alle mie spalle. Afferro una serie di piatti e li poso vicino alla torta. Jace è seduto su uno degli sgabelli del bancone. Lo ignoro.
Un sorriso compare sulle sue labbra mentre osserva il mio comportamento.
-Questo abito ti sta molto bene.- mi dicesenza staccare gli occhi da me.
Perché mi dice queste cose? Cosa vuole?
Lo evito, meglio così.
-Puoi aiutarmi a portare i piatti?- chiedo senza guardalo negli occhi.
-Hai sentito cosa ho detto?- mi chiede quasi divertito. Annuisco.
-Tu hai sentito quello che ti ho chiesto?- chiedo con tono duro.
-Clary, potresti guardarmi negli occhi?- chiede cercando il mio sguardo.
Non puoi guardarlo negli occhi, Clary. Resisti, se lo fai sarà la fine. Hai passato una settimana senza di lui, non bruciare tutto in un secondo.
-Clary?- continua, si alza e avvicinandosi girando intorno al bancone davanti a me.
-Prendi i piatti o devo chiamare mio fratello per farmi aiutare?- chiedo prendendo la torta in mano.
-Come vuoi...- dice e afferra il servizio.

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Finita la cena sono salita in camera, credo che mi rinchiuderò qua dentro fino alla fine delle vacanze invernali.

Sciolgo i capelli dalla pettinatura formata da trecce. Mi distendo sul letto, prendo il libro sul comodino e comincio a leggere.

 Il cellulare suona.

Da: Jace
A: Clary

"Ho bisogno di parlarti."

Ignoro il messaggio e continuo a leggere il libro.

Sento ancora squillare.

Da: Jace
A: Clary

"Non ignorare il messaggio. Ti vedo, stai leggendo e una piccola abat-jour ti fa luce. Ho visto che mi hai ignorato. Ho visto che è da tutta la settimana che non esci."

Da: Clary
A: Jace

"Hai molto tempo da perdere ad osservarmi?"

Da: Jace
A: Clary

"Questa settimana ha piovuto tre volte. Tu non eri lì dalla finestra."

Non avevo le forze per vederlo dopo quello che mi aveva detto.

Da: Clary
A: Jace

"Cosa vuoi da me, Jace?"

Da: Jace
A: Clary

"Non lo so."

Rimango qualche secondo a fissare il suo messaggio.

Da: Jace
A: Clary

"Ho bisogno di parlarti. Esci."

Mi alzo e vado dalla finestra, apro le tende e lo vedo con gli occhi fissi sullo schermo. Poi lo alza e mi guarda.
Infilo le prime cose che trovo. Un jeans, una felpa nera con delle scritte bianche e delle Adidas.

Scendo le scale e in salotto trovo i miei genitori abbracciati sul divano. Mi fermo a guardarli, troverò mai un amore come il loro?

-Ehi, esco un attimo.- dico avvicinandomi a loro.
-Dove vai?- chiede mio padre.
-Da Isabelle- rispondo velocemente.

Quando esco trovo Jace in auto difronte a casa mia.
Salgo e mi siedo nel sedile di fianco a lui. Il suo profumo invade le mie narici. Amo questo odore, mi fa sentire a casa.

-Cosa devi dirmi?- chiedo con tono seccato. Rimane in silenzio e con lo sguardo fisso sulla strada.
-Dove stiamo andando?- chiedo cercando di guardarlo negli occhi.
Lui non risponde e così guardo fuori dal finestrino.

Dopo circa venti minuti, l'auto si ferma. Tutto intorno a noi è buio, non vedo nemmeno dove siamo.
Lui si slaccia la cintura, si gira a guardarmi ed io faccio lo stesso.
Passiamo alcuni minuti a guardarci negli occhi. Questa situazione è snervante.

-Dove siamo?- sussurro.
-In un posto segreto.- mi risponde.
-Dai, dove siamo?- chiedo a voce alta.
-Te l'ho detto. Nel mio posto segreto. Vengo qui ogni volta che voglio stare da solo.- mi dice.
-Ma ora tu non sei da solo. Perché mi hai portata qui?- dico.
-Perché sei speciale. Sei la prima ragazza che porto qua.- mi dice risponde posando una mano sulla mia coscia. I miei occhi cadono sulla sua mano e lui la toglie.
-Clary io devo dirti una cosa. Sono uno stronzo, lo so. Non avrei dovuto risponderti così quella volta a casa mia. Io non riesco a capire più nulla! Un momento voglio baciare le tue labbra fino a quando non diventano viola e poi, il momento dopo voglio litigare con te e non vederti più.
Questa settimana mi sono sentito una merda.- mi dice guardandomi fisso negli occhi.
-Allora fallo.- dico senza collegare il cervello alla bocca.
-Cosa?- chiede.
- Baciami fino a che le mie labbra non sono viola- dico seria.
Rimane in silenzio a fissarmi.
-Se non lo fai tu, lo faccio io.- dico mentre gli sventolo la mano davanti al viso.
Afferro il suo maglione e lo tiro verso di me.
-3... 2...- conto a due centimetri dalle sue labbra. Sento il suo respiro sulle mie bocca.
Non finisco di contare perché mi bacia. Un bacio casto e veloce.
Si allontana velocemente, apre la portiera e scende dalla macchina.
Lo raggiungo e mi metto difronte a lui. Sospira e passa una mano nei capelli nervosamente.
-Oh, ma vaffanculo!- dice, mi afferra il viso e mi bacia con foga.


*Banoffee pie: una torta da a base di banane, caramello e panna.

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Spazio autrice:

Vi sta piacendo la storia? Mettete le stelline e commentate!

Esattamente un mese fà ho cominciato a scrivere "Proprio lui." sono davvero contenta di come sta andando!

Buona lettura!
Mi scuso se ci fossero degli errori :)

Roby❤

Proprio lui.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora