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Dopo un sandwich al bacon, mi rilassai sul divano, godendomi la tranquillità.

Stare con Garrett anche solo per due giorni era stato sia intenso che fastidioso. Non poteva continuare ad infastidirmi con le sue moine.

Ma ormai chiarire il punto della situazione era servito a poco.

Chiusi gli occhi, sospirando, le mani a coppa dietro la mia testa e le ginocchia al petto.

Era domenica ed avevo tutto il giorno a mia disposizione. Avevo desiderato così intensamente di poter dedicare del tempo per sbrigare alcune faccende ma tutto quello che dovevo sbrigare lo avevo già fatto nella mattinata.

Sbuffai e presi il telefono e mentre ero intenta a chiamare Cassie per invitarla a un'uscita all'ultimo momento, la stesso mi vibrò nelle mani.

Era Jack, il nostro capo al PRET.

Schiarii la voce e risposi, cercando di apparire il più formale possibile anche se l'ansia di sapere perché mi avesse chiamato — era la prima volta che lo faceva — mi stava torturando il petto.

«Alyssa... Bene... Sei disponibile?» Jack farfugliò dall'altro capo del telefono. Le voci in sottofondo mi dicevano che il PRET era troppo affollato.

«Certo, certo» mi affrettai a rispondere senza tanti giri di parole. Ero sorpresa: il bar non era mai stato così pieno e sicuramente Jack mi aveva chiamato per chiedermi un turno extra.

«Perfetto» commentò soprappensiero. «Puoi raggiungerci in quindici minuti?»

«Sì!» risposi al volo saltando in piedi dal divano con un sorriso che mi arrivava da un'orecchio all'altro. Che fortuna! Ora sapevo cosa farmene del tempo rimanente.

La mia vocina si scosse dal sonno. "Sei matta?!" commentò, la voce impastata dalla stanchezza. Dopo aver sbuffato si rimise a dormire.

Alzai le spalle, sprizzando felicità da tutti i pori.

Sentii Jack sorridere. «Sono entusiasta della tua dedizione per questo impiego, Adams.»

Oh.

«Avrai una sorpresa» finì trattenendo un sorriso.

«Wow... Grazie mille» balbettai colta dalla sorpresa e dalla felicità.

«Figurati. Tra quindici minuti, Adams. Sii puntuale.» Mi salutò brevemente e riappese.

Mi infilai una canottiera blu cobalto e dei pantaloni attillati bianchi. Afferrai la borsa, le chiavi della macchina e il cellulare.

Qualche istante dopo ero fuori dalla mia abitazione con un sorriso orgoglioso che mi alleggiava sul viso.

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I clienti continuavano ad entrare e noi, pronti a servirli, continuavamo a girare per il locale senza sosta. Cassie e io avevamo avuto tempo solo di scoccarci qualche occhiata complice.

Quando furono le sei, Jack strinse la mano a tutte le persone che aveva chiamato e si congratulò con noi, assicurandoci una paga extra.

Io e Cassie lasciammo il bar chiacchierando amabilmente.

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«Cosa facciamo adesso?» domandai finendo l'ultima cucchiaiata del mio gelato.

Cassie si mosse sul cofano della mia macchina, sospirando.

«Non ne ho idea... Questo turno improvviso mi ha scombussolato ogni impegno.»

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora