«Mia madre morì in un incidente d'auto quando avevo 3 anni» raccontò Garrett, la mano stretta nella mia e lo sguardo cupo. «Da quel giorno mio padre cambiò completamente.»
«Incominciò a tornare a casa tardi, sempre ubriaco. Successivamente, quando ebbi dieci anni incominciò a picchiarmi, dandomi la colpa della sua morte» continuò il tragico racconto dopo un lungo silenzio carico di dolore. La sua voce era rotta. I suoi occhi erano cupi, immobilizzati in quegli attimi di dolore. Mi strinse di più la mano, cogliendomi di sorpresa. Schiusi le labbra mentre il cuore mi balzò alla gola e lo sconforto nel vederlo così distrutto dal proprio passato mi fece stringere lo stomaco.
Non riuscivo a vederlo così afflitto, così impotente davanti ai miei occhi.
Come poteva un padre picchiare il suo stesso figlio? Era una cosa tremenda e Garrett non se lo meritava.
L'immagine di un bambino dagli occhi grandi e verdi gridare aiuto, le lacrime agli occhi e le grida di dolore mentre una figura nera dietro le sue spalle, lo continuava a picchiare mi fece gelare. Delle lacrime minacciarono di uscire, ma riuscii in qualche modo a fermarle, allontanando quell'orribile immagine, senza poter far niente per la sensazione di impotenza che mi fece boccheggiare.
«Alla prima opportunità me ne andai via di casa. Da Greenwich, dal ricordo di quei orribili e tremendi anni e sopratutto da quell'uomo che non riconoscevo più ormai e così mi lasciai il passato alle spalle.» La voce tremante e carica di tristezza gli morì in gola e i suoi occhi verdi si posarono sulle nostre dita ancora unite. Mi stava accarezzando le nocche col pollice, dolcemente. Lo osservai, riprendersi dai ricordi bui che lo dovevano tormentare e non potei che sentirmi in colpa. Del resto lo avevo in qualche modo spinto a rivivere quei giorni di terrore e l'ultima cosa che volevo era vederlo così distrutto.
La sua mente aveva rievocato quei terribili ricordi per colpa mia. Questo faceva di me una persona senza sentimenti.
La mia vocina non poté sopprimere l'impulso di intervenire nel momento sbagliato con qualche sua frase poco rassicurante.
Come al solito, anche il subconscio sembrava aver rinunciato nel confortarmi."Sei proprio furba, Alyssa. Davvero meraviglioso..."
Abbassai lo sguardo, colpita da un'altra fitta di senso di colpa ed inquietudine.
Mi morsi il labbro ed inspirai.
Garrett era ancora in silenzio, quando mi alzò il mento. Incrociai i suoi occhi per un breve istante, ora meno cupi.
«Ehi» chiamò dolcemente, il suo pollice che passava sulla base del mio mento. Mi osservò per alcuni attimi, poi accennò un sorriso triste. «Non pensare sia colpa tua. La tua domanda era lecita. Sono io che te l'ho voluto raccontare.»
La sua voce non era più rotta e ma la sua espressione rimase fredda, come se la sua mente avesse richiamato qualche altro ricordo.
«Garrett io...» Qualunque cosa volessi dire non uscì dalle labbra, poiché mi bloccai, colta da un'improvvisa sensazione che mi stava riempendo il petto. Mi sentivo come se fossi sulle montagne russe, una sensazione eccitante e meravigliosa che da un momento all'altro poteva trasformarsi in qualcosa di spaventoso.
Allora compresi tutto. Me ne ero completamente innamorata. Anche se non lo volevo ammettere, era così. E solo adesso me ne accorsi perché nel vederlo soffrire anche una parte di me si rompeva in mille pezzi, comprendendo il suo dolore.
Lo guardai per un lungo minuto, in cerca della frase giusta da dire, quando mi accorsi che non avevo bisogno di fare tanti giri di parole, dovevo solo dirgli cosa provavo.
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Scelti Dal Destino (#Wattys2016)
Romance[COMPLETA] Alyssa sta per cambiare vita e se ne rende conto appena conosce il misterioso ed affascinante Garrett. Instagram : @silvia_luoni Instagram libro : @sceltidaldestinosm #1 WATTYS2016 / #1 TRAILBLAZERS / #1 JUSTWRITEIT #1 SEXY / #1 SENSUA...