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Era da un bel po' di tempo che io e Cassie non stavamo tutto quel tempo insieme. Il lavoro e i turni stressanti avevano solo contribuito a peggiorare la situazione e dopo l'arrivo di Garrett, le cose erano totalmente cambiate.

L'improvviso ritorno di Doug come la chiacchierata con Cassie, aveva aiutato a risollevarmi il morale. Ora dovevo farmi coraggio ed affrontare il vero problema, quello da cui ero scappata poche ore prima.

Ma non me stupii un granché; sapevo benissimo di essere così, una persona che preferiva fuggire piuttosto che mettere ordine nella propria vita.

Mi fermai sulla soglia della porta di casa, sospirando.

Ero tutta sudata ed avevo bisogno di una doccia, ma se Garrett fosse stato lì, ad attendermi, chiedendomi di parlare. Io... Non ero ancora pronta. Se dovevo affrontare questo problema, avevo bisogno del mio tempo. Avevo bisogno di pensare.

Odiavo il modo in cui Garrett mi faceva confessare tutto. Nonostante non volessi rivelargli nulla di me, lui trovava sempre un modo per farsi dire ciò che voleva, anche se in un certo senso lo faceva per farmi sentire meglio. Bensì fossi consapevole di ciò, mi dava fastidio; era come se non fossi padrona di me stessa con lui intorno, fossi vincolata dall'attrazione che avevo sempre provato per lui e con la quale combattevo ogni singolo giorno.

Non avrei potuto sopportare di dirgli qualcosa di cui non ero pienamente sicura.

Nonostante mi piacesse passare del tempo con lui e la sua vicinanza mi facesse stare in pace con me stessa, non ero pienamente sicura di amarlo. Era una parola troppo carica di significato e ci conoscevamo da poco tempo per dire una cosa del genere.

"Ed ecco che sei arrivata dopo un lungo giro di parole" si intromise la mia vocina con fare saccente. "Alla radice del problema: lo ami o no?"

Non aveva tutti i torti, purtroppo. Non mi piaceva affatto dare ragione alla mia vocina, ma le poche volte che centrava l'obbiettivo, era difficile contraddirla.

Mi strinsi nelle spalle, aprendo la porta. Il cuore batteva come un tamburo nel mio petto.

Mi morsi il labbro, inspirando profondamente.

Nessun segno del mio coinquilino nel salotto.

Chiusi la porta alle mie spalle e lasciai cadere le chiavi sul tavolino di fianco.

La sensazione improvvisa di amarezza mi fece sobbalzare. Perché mi sentivo così? Non era quello che volevo? Trovare del tempo per pensare?

Una parte di me, ancora nascosta nel profondo, voleva che Garrett fosse lì con un sorriso triste a chiarire tutto. Voleva che mi guardasse con quei magnifici occhi verdi, dicendomi che si poteva risolvere tutto e che non c'era nulla di cui preoccuparsi.

Ma lui non era lì. Era chissà dove con chissà chi.

Una frase mi balenò chiara nella mente facendomi trasalire.

Era tutta una bugia.

Raggiunsi a passi pesanti il bagno, le dita strette nei capelli.

Come diavolo avevo potuto farmi questo? Sapevo benissimo che avere una storia seria con un ragazzo come Garrett era irreale ed insano, ma... Senza rendermene conto, per qualche istante, avevo davvero creduto che questa cosa potesse in qualche modo funzionare, che lui potesse essere un'eccezione.

Del resto i miracoli esistono, no?

Non per me: quelli sembravano non avvenire nella mia vita. Avevo il sentore che dovessi soffrire, soffrire ed ancora soffrire per sentirmi come? Migliore? Forte? Non sapevo più cosa pensare e nemmeno cosa fare. Ogni approccio con la felicità sembrava celare un prezzo, qualcosa da scontare in cambio della cosa che in questo momento desideravo così ardentemente. Volevo sentirmi bene, volevo potermi svegliare ogni girono con un sorriso da un orecchio e all'altro e pensare sempre la stessa frase: "Quanto sono fortunata."

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora