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Non stavo sognando nulla di preciso, quella notte.

Vedevo solo bianco mentre la mia mente vagava nei ricordi, i più bei ricordi che abbia mai condiviso con Tessa.

Ma delle urla strazianti mi spezzarono in due.

Aprii gli occhi, vigile.

Diedi un rapido sguardo a Garrett che mi stava abbracciando. La sua espressione non era più spensierata: il suo viso era teso e la fronte aggrottata. Era come se stesse facendo un brutto sogno. O peggio un incubo. Non ero sicura che fosse stato lui a gridare finché non lo fece di nuovo, questa volta sotto i miei occhi.

Strinse la presa sulla mia vita, prendendo in pugno la mia maglietta. Era un incubo. Lo stomaco mi si strinse e la gola mi si chiuse.

Dovevo svegliarlo.

Lo scossi teneramente finché non urlò una terza volta.

Si svegliò e si alzò, il viso terrazzato e guardingo.

Cercai il suo sguardo nella speranza di trovare una rassicurazione, ma appena i suoi occhi furono nei miei il mio cuore ebbe un sussulto.

Erano cupi ed agonizzanti. Era la prima volta che lo vedevo così e pregai che fosse l'ultima.

Lo stomaco divenne un filo teso e il petto mi si allargò di dolore.

Garrett abbassò lo sguardo, passandosi una mano tra i capelli. Non sapeva cosa dire e non potei non biasimarlo: in questi casi c'era poco da spiegare. Mi domandai quale fosse la natura del suo incubo...

«Garrett» chiamai con voce esitante e flebile.

«Sto bene» farfugliò sommessamente senza neanche guardarmi.

«Sicuro?» domandai tremante. Mi stavo torturando il labbro inferiore. Ero troppo preoccupata per lui.

Lui intercettò il mio sguardo e la sua espressione si addolcì un poco. Mi prese il viso tra le mani e mi baciò profondamente, come se non ci fosse un domani.

Mi protesi verso di lui, accogliendo la sensazione di libertà e pace che stava prendendo il posto del dolore. Le mie mani finirono nei suoi capelli mentre lui mi accarezzava dolcemente la guancia.

Mi mossi sopra di lui e prima che me ne potessi accorgere, ero infossata nel letto, le nostre gambe intrecciate come i nostri respiri. La sua lingua stava esplorando la mia bocca.

Io lo volevo fare, tutto il mio corpo lo voleva, ma la mia mente non poteva. Non era ancora riuscita a superare l'abbandono da parte di Charlie.

Benché mi fidassi di Garrett e lo amassi, congiungersi così intimamente era troppo affrettato.

Cercai di oppormi alla magnifica sensazione che Garrett mi faceva provare, ma la sua lingua nella bocca mi colse di sorpresa e mi ritrovai a gemere forte, trasportata dall'erotismo e dalla nota aggressiva che il bacio aveva assunto.

Una sua mano si spostò sulla mia schiena e si addentrò nella maglietta, sfiorandomi ripetutamente la schiena.

Cercai la forza di eclissare la sensazione di spingermi oltre ma la voracità e voglia con cui aveva mi aveva baciata era troppo eccitante.

Mi prese i capelli e me li tirò facendomi urlare, ansimare, vogliosa.

Mi morsi il labbro, tirando indietro la testa così che lui potesse baciarmi e succhiarmi il collo per poi passare alla clavicola.

Fremevo, gemevo e tremavo ad ogni suo tocco. Le sue labbra erano così accoglienti e calde...

Mi diede un rapido sguardo e mi prese nuovamente in un bacio.

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora