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La sveglia squillò. Borbottai qualcosa mezza addormentata allungando la mano, ancora con gli occhi chiusi.

Deglutii ed allungando di più la mano, la sveglia improvvisamente si spense, facendomi sorridere di sollievo. Finalmente avevo spento quell'orribile aggeggio.

Ritirai la mano, ma una presa calda e forte sul polso mi fece aprire di scatto gli occhi.

Garrett mi stava osservando con un sorriso divertito. Sussultai, osservando di traverso la sua mano.

Lui sogghignando, riportò la mano sul fianco e trattenne una risata sotto i baffi. Sbuffai e mi tirai sù, la schiena aderiva al cuscino.

Feci correre i miei occhi su Garrett, ora seduto sul bordo del mio letto, della mia stanza, che doveva essere chiusa.

Indossava una maglietta bianca aderente, sopra una camicia blu arrotolata fino al gomito e dei jeans neri.

Appena si occorse che lo stavo fissando con un certo interesse si avvicinò a me, lentamente, e io alzai gli occhi al cielo snervata.

«Quando capirai che non puoi entrare nella mia stanza quando e come vuoi» commentai acidamente osservandolo avvicinarsi con una lentezza sensuale.

Mi morsi il labbro, deviando lo sguardo. Davvero non capivo né il motivo per il quale era qui né perché risultasse bello e sexy anche alla mattina. Alle sette, per essere precisa. Io, al contrario, sembravo uno zombie.

Mi misi le mani tra i capelli, agitandoli. Sapevo che erano tutti appiattiti e attorcigliati.

Garrett, ora, era a pochi centimetri da me.

Mi afferrò i polsi con decisione e mi tirò a sé prima che potessi protestare.

Alzai gli occhi su di lui, interrogativa e lui piegò le labbra in un sorriso sghembo che mi fece rabbrividire.

«Beh, intanto, ti ho fatto un favore» disse col fiato corto, immergendo le dita nei miei capelli.

Il battito accelerò. Mi sentii mancare il fiato.

«Grazie» sussurrai, aggrottando la fronte.

Cosa diavolo aveva intenzione di dimostrare?

«Non c'è di che, studentessa» commentò tradendo divertimento nel tono. «Mi piace sentirtelo dire.»

«Non montarti troppo la testa» borbottai pacatamente alzando gli occhi al cielo.

Scossi la testa, deglutendo.

«Certo che no» mormorò assente schernendomi.

«Volevo assicurarmi che avessimo chiarito le posizioni.»

«Chiarire le posizioni?» ripeté Garrett apostrofando la frase con disprezzo.

Lo guardai senza dire nulla: stavo misurando la sua reazione. Era chiaramente confuso.
Garrett confuso? Trattenni delle risate. Era troppo assurdo vedere un ragazzo così bello e sexy essere confuso davanti a una ragazza dozzinale come me.

E, comunque, dopo ieri lo avrebbe dovuto capire che io e lui non saremmo mai stati una coppia. Io stavo - o almeno così facevo credere a Garrett - con Finn.

"Oh. Alyssa" la mia vocina interiore mi fece rabbrividire. "Senza queste mosse inaspettate di Garrett e la sua vicinanza tu saresti persa."

No! Assolutamente no! Starei meglio, invece. Molto meglio.

Gli occhi verdi di Garrett mi stavano misurando. Erano così belli che non potei distogliere lo sguardo.

«Allora?» domandò frettolosamente e duramente, riportandomi alla realtà.

Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora