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La serata procedette come se niente fosse. Per lo meno, io riuscii a scacciare il pensiero di Tessa e continuare a godermi quel poco tempo che mi rimaneva prima della festa.

I preparativi mi mettevano sempre un'ansia addosso. Ogni volta che dovevo attendere qualcosa, l'ansia mi divorava, pezzo per pezzo, istante per istante. Era straziante.

La band aveva provato qualche altra canzone, prima di concedersi quindici minuti di pausa prima di dare il via alla vera e propria festa.

Rivolsi uno sguardo alla stanza. Garrett ed Amanda stavano ridendo e discutendo di qualcosa, intuibile dalle loro facce spensierate e per nulla preoccupate, di qualcosa di bello.

A lato del divano posto orizzontalmente dove si trovavano seduti Garrett e Amanda, John e Van stavano bevendo il quindicesimo bicchiere di birra, mentre guardavano il cellulare. Alzai gli occhi al cielo.

Ogni secondo sembrava essere un'eternità. Mi concentrai sulla festa. Okay, pensai facendo un lungo sospiro. La band si esibirà nel centro della stanza come l'altra volta?'

Arricciai il naso. Se avessimo spostato i divani tutti ammassati contro la porta, la possibilità di uscire sarebbe stata negata a tutti e poi ci sarebbe troppo da sistemare.

Mi alzai di scatto dalla poltrona, colta da un'illuminazione. La gonna del mio vestito volò in aria mostrando metà gamba.

Garrett che non era molto distante da me, catturò il mi sguardo come un predatore. Gli sorrisi brevemente arrivando fino a John e Van, sentendo gravare su ogni centimetro del mio corpo gli occhi di Garrett.

Van, appena mi vide, piegò le labbra in un sorriso sarcastico e mi fissò, come se pretendesse delle scuse. Ah, proprio lui.

Feci finta di niente e mi rivolsi a John.

«Mi potresti aiutare a spostare i divani?» chiesi, girandomi per indicargli la parete dove posizionare tutto.

John alzò un sopracciglio, confuso e allo stesso tempo sorpreso dalla domanda.

«Va bene. Ma avrò bisogno anche di un'altra mano.»

Allargai le labbra in un sorriso sincero e prima che ebbi l'occasione di pensare chi potesse aiutarmi, Garrett mi afferrò per una mano e unì le sue dita alle mie, lasciandomi stordita per un momento.

Aggrottai la fronte e lui sfoggiò un sorriso sghembo. «Ecco pronta la tua seconda mano» disse, poi rivolgendo lo sguardo a John con un leggero cenno del capo, lo invitò a seguirci.

Solo quando fummo davanti ai due divani, Garrett si decise a lasciarmi la mano sempre con un mezzo sorriso stampato sulle labbra.

Mi morsi il labbro al ricordo improvviso delle sue labbra che passavano sul mio collo. Scossi la testa, riprendendo il controllo della mia testa.

Dopo averli spostati, mi misi le mani sulla vita, sospirai soddisfatta.

Ora si che sembrava una platea.

Garrett mi affiancò. «Bella idea, studentessa» si congratulò con me e, il non scorgere nessun sarcasmo nei suoi occhi o nel suo tono, mi fece sentire in imbarazzo.

Deglutii a vuoto, mentre sentivo accelerare i battiti del mio cuore.

Lui mi osservò attentamente, la bocca stretta in una linea chiusa, poi mi prese per mano e mi portò in un angolo della casa.

Precisamente a mezza strada dalla sua camera.
Mi appoggiai con la schiena al muro. I suoi occhi verdi erano nei miei.

«Alex mi ha detto che per poco non stavi svenendo.» La sua voce era intrisa di una nuova emozione. Preoccupazione? Amarezza? Tristezza? Era difficile dirlo.

«Sì, ma ora sto bene» dissi in un mezzo sussurro, cercando di essere il più convincente possibile. Certo che non stavo bene! Era appena morta mia sorella e la mia mente, come il resto di me, non voleva lasciarla andare.

«Sei sicura?» domandò dolcemente, mentre il suo corpo si avvicinava al mio e io restavo senza fiato.

Annuii debolmente, sperando gli bastasse come riposta. Ma non fu così. I suoi occhi divennero cupi e la bocca si indurii.

Mi sentii pervasa dai brividi. Mi sfiorò delicatamente la guancia con le nocche. Schiusi la bocca per prendere aria.

«Per niente» mi ritrovai a dirgli, in un mormorio.

I suoi occhi verdi ripresero vitalità e la mano cercò la mia. L'afferrai e gliela strinsi forte, apprezzando il conforto.

«Dopo la festa, dovresti parlarmene» mi stava sussurrando all'orecchio piano.

Annuii, trattenendo a stento un sorriso per via del suo fiato e della sua barba che mi solleticavano il lobo.

«Brava studentessa» ammiccò, portandomi di nuovo in salotto. Appena in tempo per sentire il campanello suonare.

Alex emerse dal divano, sorridendomi gentilmente.

Amanda alzò lo sguardo dal telefono appena sentì i nostri passi e guardò intensamente Garrett. Feci finta di niente, ma mi dava fastidio.

Lanciai uno sguardo a John e Van che stavano ancora discutendo con i bicchieri di birra.

Appena Van posò lo sguardo sulle nostre mani intrecciate, sulla sua bocca si disegnò un sorriso furbo e di intesa verso Garrett.
Lui alzò le spalle come se non sapesse a che cosa si stesse riferendo.

Sogghignai a Van, che ricambiò con un'espressione di finto stupore e sorrisi a Garrett.

Lui mi lasciò andare la mano così che potessi aprire la porta.

S/M

Ed ecco finalmente svelata la sorpresa! Cosa poteva essere se non un altro capitolo?
Sono sempre più felice che "Scelti Da Destino" aumenti di visualizzazioni ogni giorno e questo è solo merito VOSTRO. Quindi Grazie mille ancora per quello che fate.
Prima di lasciarvi, però, sarei molto molto e e molto curiosa di sapere, secondo voi, cosa succederà alla festa... Voglio dire, potrebbe succedere qualcosa o meno... E, non avendo bene le idee chiare, volevo sentire un vostro parere. Al prossimo capitolo. xx

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Scelti Dal Destino (#Wattys2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora