Act.5

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Hermione, come sempre, si svegliò presto anche quella mattina.
Si sentiva stanca, la schiena doleva quasi come se fosse stata trafitta da mille lame e nella sua testa echeggiava ancora la voce del professor Piton che la cacciava furiosamente dalla sua stanza.
Aveva il viso dello stesso colore di un pomodoro ed era molto sudata, infatti i capelli le si erano appiccicati alla fronte.
Di certo non era nelle condizioni migliori; aveva bisogno di cure.
Nemmeno il tempo di formulare quel pensiero che Ginny entrò in camera con un ampio sorriso che subito si spense alla vista della ragazza conciata in quel modo.
-Hermione, tu hai bisogno di andare da Madame Pomfrey- esclamò con voce preoccupata.

Hermione ormai non era più distesa sul suo comodo letto a baldacchino, bensì in quello scomodo lettino che si trovava nella grande sala dove Madame Pomfrey curava i suoi ragazzi.

Erano passate delle ore, ma per Hermione la situazione non migliorò affatto, anzi.
La febbre era salita notevolmente e ormai il lettino dove la povera ragazza alloggiava era immerso in una pozzanghera di sudore.
Hermione si dimenava e urlava.
Madame Pomfrey (così come Harry, Ronald e Ginny) era talmente preoccupata che mandò a chiamare la professoressa McGongall, che subito si precipitò da lei preoccupata come solo una madre potrebbe esserlo.
-Urge l'aiuto del professor Piton, Minerva. Ormai la ragazza sta delirando e le pozioni di cui dispongo non sono abbastanza potenti per curarla; a differenza di quelle che lui potrebbe avere.-
Minerva mandò immediatamente a chiamare il professore di Pozioni, che nel giro di pochi minuti sbucò dal nulla con il suo solito mantello pesante. 
Alla vista di Hermione in quelle condizioni, parve anche lui sbiancare.
-Minerva, di cosa hai bisogno?- disse con la sua solita voce gelida.
La McGongall gli spiegò la situazione, mentre Severus di tanto in tanto annuiva.
-So io cosa potrebbe curarla. Sarò di ritorno fra un paio d'ore.-
E così fu. Dopo due ore esatte, Severus riapparve dal nulla con in mano una piccola boccetta che conteneva del liquido azzurro.
-Che Merlino ti ringrazi, Severus!- disse la McGongall.

Dopo aver fatto ingerire con molta fatica il liquido ad Hermione, la situazione parve migliorare.
La febbre era scesa e la ragazza si era calmata, ma di certo Hermione non si sentiva in forma come un'atleta che avrebbe gareggiato per i 500 metri; andava tenuta sotto stretta osservazione e avrebbe dovuto riposare molto.

Quella sera ad Harry, Ginny e Ron fu concesso di vederla solo per qualche oretta.
Harry e Ron le portarono tutti gli appunti del giorno, rendendo di sicuro molto felice Hermione; mentre Ginny le regalò il suo ultimo pacchetto di cioccorane, conoscendo il suo amore per il cioccolato.
I quattro cenarono insieme, fin quando non dovettero a malincuore lasciare la stanza per far riposare la loro amica.

Era ormai notte fonda e mentre quasi tutti dormivano, dall'altra parte del castello, un professore  dall'aria stanca e preoccupata sedeva sulla su una davanti ad uno scoppiettante fuoco con in mano un bicchiere colmo di Whisky Incendiario.

A.N/
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.
Stellinate e fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.

-Sarai sempre mia, Herm.-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora