Act.12

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Quella mattina Piton si svegliò con un gran mal di testa, ignaro degli avvenimenti della sera precedente.
Si stiracchiò tranquillamente per poi sbadigliare evidentemente ancora assonnato.
Il suo corpo era avvolto in fasce che di sicuro non erano state messe da lui.
Stranito, diede un'occhiata veloce alla stanza e per poco non gli venne un infarto.
-Merlino... Cosa ci fa la Granger nel mio letto?- sussurrò a se stesso.
L'unica cosa che ricordava della sera precedente erano i fiotti di quel liquido caldo che gli invadevano la gola fino a farla bruciare.
Questo spiega il perchè di questo forte mal di testa, ma lei? Che avessimo...?
Stizzito il professore di Pozioni si alzò di scatto facendo svegliare la povera Hermione che dormiva beatamente.
-Buongiorno professore.- disse la ragazza con voce tremante.
-Granger, cosa ci fai qui?- disse Piton con voce gelida senza degnarla di un saluto.
-Beh ieri non stava molto bene e mi ha chiesto di rimanere con lei per la notte.- sussurrò imbarazzata.
Piton si innervosì ancora di più.
-Granger, qualora fosse successo qualcosa di estremamente  spiacevole, la invito a dimenticare la questione e a non farne parola con nessuno.-disse non lasciando trasparire alcuna emozione dalla voce.
Diamine se è bella, pensò Piton.
Hermione annuì con uno sguardo triste.
-E ora sparisca.- disse per poi fare un gesti con la mano come a liquidarla.
La ragazza si alzò lentamente per poi dirigersi verso la porta.
-Buona giornata, professore.-

Quel giorno il professore di Pozioni non si presentò alle lezioni fingendo di sentirsi poco bene.

Piton era letteralmente furioso.
Ormai i suoi ricordi erano molto più chiari e ancora non riusciva a capacitarsi di aver baciato una sua alunna.
Il problema principale era che a lui quel maledetto bacio era piaciuto troppo.
Desiderava più di ogni altra cosa stringere a sè quel piccolo corpo innocente e privarlo della sua preziosa purezza.
Ed era arrabbiato con se stesso.
Tremendamente arrabbiato.
Mai dopo tanti anni della sua tortuosa vita gli era capitato di riscoprire quelle emozioni che solo Lily gli aveva regalato.
Mai.
E la cosa era abbastanza frustante, perchè lui non era ancora pronto a riaprire le porte del suo cuore, anzi, non ne aveva la minima voglia.
L'unica cosa che gli rimaneva da fare per dar libero sfogo a tutta la sua frustrazione era scendere nel suo laboratorio a mescolare quelle sostanze chimiche di diverso colore tra loro che tanto amava.
E così fu.
Piton rimase rinchiuso tutto il giorno in quel freddo laboratorio non riuscendo però a dimenticarsi di quei caldi occhi color miele che tanto gli piacevano.

Quel giorno nessuno vide quel mantello nero svolazzare tra i corridoi.
Tutti ne erano felici, tranne  la povera Hermione che desiderava ardentemente averlo accanto e stringerlo forte a sè.
Quella sera la ragazza pianse come mai aveva fatto prima d'ora stringendosi a non più quelle possenti e calde braccia che le incutevano tanta sicurezza, ma al freddo cuscino ormai testimone delle sue lacrime.

A.N/
È stato davvero molto difficile per me immergermi nei pensieri di Piton e so di non esserci riuscita affatto.
Mi dispiace molto. Cercherò di farmi perdonare il più presto possibile.
Bacioni.

-Sarai sempre mia, Herm.-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora