16 marzo 2016

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Prima canna.

Ho sempre odiato profondamente il fumo, aveva distrutto mio padre, questo bastardo, e dopo la mia prima canna lo odiai ancora di più. Eravamo io e te soli al mare. Il cielo era completamente nero, neanche una stella, saranno state le due del mattino. Mi avevi svegliato, perché non riuscivi a dormire e io non avrei mai potuto rifiutare una passeggiata al mare di mattina presto con te. Avevi portato la bustina e le cartine. Ci sedemmo senza parlare, io guardavo te muovere le mani esperte e tu eri concentratissimo sul tuo lavoro. Non ero agitata, perché non ero costretta a provare. Quando finisti mi accorsi che ne avevi fatte due. Poi presi l'accendino e fumasti la prima canna. Eri già molto più rilassato e mi chiesi quale fosse il motivo per la tua ansia. "Cazzo, Gabbe!" Lo dissi senza neanche pensare, passandoti una mano tra i capelli e io fui presa alla sprovvista. "Cos'é successo, Cal?" "Ho sognato." Mi aveva detto che era da tantissimo tempo che non sognava più o che semplicemente i suoi sogni non gli rimanevano in mente. "Dimmi cosa". "Ho sognato te... te che scappavi, mi lasciavi solo in un mondo interamente bianco. Ma la cosa peggiore era la tua espressione: eri disgustata... disgustata da me." Sospirai, mi sentivo strana, credo fosse felicità. Era diversa, differente da tutte quelle volte che ero stata felice. Era qualcosa in più della felicità, era amore. "Era un sogno..." dissi per cercare di calmarlo. Tenne lo sguardo fisso sul cielo buio e dopo qualche istante mi guardò negli occhi. "Ripetilo." "Cal, era solo un sogno. Non succederà mai. Non potrebbe succedere. Io ti voglio troppo bene." Sembrava che le mie parole lo avessero calmato, ma adesso avevo bisogno io di rilassarmi. Ero assolutamente confusa e sconcertata dal suo sogno, non pensavo tenesse così tanto a me. Presi la seconda canna e la accesi con il suo accendino. Senza pensarci due volte inspirai il fumo tra le labbra, solo che poi mi misi a tossire. Calum si mise a ridere, si liberò delle canne gettandole sulla sabbia e ci abbracciammo. Era da un po' che non mi abbracciava. Mi sussurrò sull'orecchio: "E se si avverasse..."

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