Prima litigata.
Non avevo mai litigato così animatamente con mia mamma. Stavo tremando da capo a piedi per la rabbia che continuava a ribollirmi all'interno. Nella mente continuavo a ripensare a quello che era appena successo. Perché le mamme devono essere così cieche? Ero appena rientrata da una serata fantastica, mi avevi baciata e a me quello già bastava per essere felice. Proprio quando chiudo la porta e accendo la luce Miley mi arriva alle spalle e dice: "Ben tornata, signorina. Dobbiamo parlare." Ma non con quel tono misterioso che tutti si aspettano, nella sua voce c'erano paura e delusione. "Non pensavo fossi così stupida da lasciarti prendere in giro da un ragazzo." "Scusa, mamma. Ma non ti seguo. Stai parlando di Calum?" "Si, tesoro. Proprio di lui. A meno che tu non vada a letto con altri?" Okay. Era mia mamma, non poteva di certo considerarmi una sgualdrina. Sicuramente avevo capito male. "Cosa? Stai scherzando, vero?" "No. Non sto affatto scherzando. La preside della scuola mi ha chiamata e mi ha fissato un appuntamento." Fece una pausa e prese un respiro come se stesse per mettersi a piangere. Non avevo mai visto Miley così sconvolta ed era altrettanto strano che io non capissi dove volesse arrivare. "Dice che avresti bisogno di uno psicologo per controllare la tua malata voglia di sesso." Quelle parole furono come uno schiaffo in piena faccia. "Oh Mio Dio. Non dirmi che tu ci credi, mamma. Io non sono una sgualdrina!" "Dovresti imparare a non dire bugie, Gabriella. La preside mi ha mostrato delle foto." "Foto? Quali foto?" Appoggiò sul tavolo tre foto prese da una busta gialla lì vicino. Erano scure, ma si riusciva perfettamente a riconoscere l'aula di chimica e le due persone che stavano pomiciando sulla cattedra. "Mamma, quella non sono di certo io. Non potrei mai essere io. Mi conosci, non farei mai niente del genere." "A questo punto non sono così sicura di conoscerti." Mi stava prendendo in giro. Adesso sarebbe saltata fuori Ashley con una telecamera e si sarebbe messa a ridere. Purtroppo non successe. "Gabriella, sei cambiata da quando esci con quel ragazzo e queste foto ne sono la prova. Non provare neanche a trovare una scusa dicendo che sono photo-shop, perché si vede perfettamente il tuo tatuaggio sulla caviglia!" Non me ne ero accorta prima. Lo spiraglio di luce che proveniva dalla porta illuminava appositamente la caviglia della ragazza. Lì c'era il mio tatuaggio a forma di triangolo. Iniziai a scaldarmi. Era mia mamma, come potava non credermi? "Porca Miseria, mamma. Mi stai accusando di essere una troia?! Credi più a delle foto che alle spiegazioni di tua figlia. Ma ti rendi conto, che ti stai solamente rendendo ridicola? Non posso neanche credere che tu mi ritieni in grado di fare certe cose. E ti assicuro che non è colpa di Calum se in questi giorni sono cambiata, è colpa tua. Mi stai sempre con il fiato sul collo per sapere cosa ho fatto con lui. Sono fidanzata e posso fare quello che voglio con lui. A te non deve fregare niente. Ma visto che tu odi Calum e pensi che mi stia facendo diventare una poco di buono, hai trovato la scusa adatta per proibirmi di vederlo. Beh, sai cosa ti dico Va' al diavolo. Per quanto mi riguarda tu non sei più mia madre. Se fossi stata una vera madre avresti capito che io quel ragazzo lo amo. E' per questo che sono cambiata. Ma tanto ero certa che tu non avresti capito, avresti detto che Calum è uno sciupa-femmine e non fa altro che ingannarmi. Ecco perché ti tenevo tutto nascosto. Adesso scusami, ma io voglio andare via da questa casa." Presi il giubbotto e con lacrime di rabbia che mi rigavano il volto corsi fuori nella notte. Da chi potevo andare se non dalla mia migliore amica? Ed eccomi lì a sbollire la rabbia sul letto a castello di Ashley. Ero sicura che Sarah avesse già chiamato la mia non-più mamma per dirle che ero lì al sicuro e per stanotte sarei rimasta da loro. Avevo bisogno di una mamma vera che nonostante tutte le accuse contro di me, mi avrebbe creduto fino alla fine. Non una mamma che alla prima difficoltà si schiera con la maggioranza. Entrò Ashley in camera con il nostro pigiamone azzurro gigante e due the caldi tra le mani. "Ehi, Gabbe. Tutto bene?" "Sì, mi passerà." E sorrisi. "A me non devi mentire." A quelle parole mi resi conto di quanto reale era quella situazione. Allora mi avvicinai a Ashley e l'avvolsi in un abbraccio di quelli che non dimenticheremo mai.

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Pensieri
RandomSolo i miei pensieri, quello che provo, che sento, che vedo. Tutto quello che mi passa per la mente e qui c'è da spaventarsi non si sa mai quello che potrebbe uscirmi dalla testa. Sono una persona complessa, ho tante caratteristiche, particolarità e...