5 aprile 2015

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Sentivo solo il frastuono del traffico proveniente dalla via principale che scemava mentre camminavamo. Il clacson assordante delle auto e il rombo del motore erano solo un dolce sottofondo. Eppure l'odore bruciato del gas si sentiva accompagnato dal fumo della sigaretta di Simon. Stavamo camminando uno di fianco all'altra, ma nessuno aveva intenzione di parlare. Io esploravo la via secondaria dove stavamo camminando che secondo lui è una scorciatoia: non ci sono mai passata, nonostante stessimo andando a casa mia. Il marciapiede era stretto ci stavamo a malapena entrambi e la strada era a senso unico. Gli alberi erano posti a intervalli regolari nelle aiuole, il sole faceva splendere le grandi foglie verde brillanti. Ero estremamente tesa, la presenza di Simon in questo momento non era la migliore, mi rendeva più nervosa e mi faceva riaffiorare ricordi che avrei voluto tenere sepolti e dimenticare. Stringevo forte la borsa nera al mio fianco trafiggendomi la pelle con le unghie e il mio labbro inferiore chiedeva pietà per come lo stavo mordendo. Non riuscivo a non pensare alla scorsa notte.

Era tutto così normale prima: io e Simon eravamo migliori amici, solamente migliori amici. Non riuscivo a capire che cosa provavo per lui, un giorno mi decidevo a toglierlo dalla testa e il giorno dopo mi ritrovavo a fantasticare sulle sue labbra. Simon certo non aiutava con i suoi strani e impulsivi cambi d'umore. Però preferivo sicuramente quella leggera e piacevole confusione a questo stato di tremendo caos. Tutte le paranoie che mi facevo prima si erano attualizzate. E' colpa della scorsa notte, avevo bevuto troppo. Ero così felice e emozionata di andare in discoteca che mi ero vestita da vera troietta: indossavo calze a rete con una mini-gonna di pelle che mi fasciava il sedere e un top striminzito nero che lasciava scoperta tutta la pancia. In verità non avevo scelto io come vestirmi ma Jennifer "un'amica", "per sbaglio" era venuta a conoscenza della mia confusione per Simon e allora mi aveva obbligato a rimorchiare. Appena entrata nel locale tastavo un'atmosfera strana, ma diedi la colpa al chupito che mi ero bevuta prima di entrare. Jennifer non mi perdeva di vista, mi stava appiccicata e mi faceva bere come una spugna prima di parlare con uno sconosciuto. All'ennesimo bicchiere la mollai da sola con un tizio pelato e muscoloso e mi avviai verso il centro della pista da ballo. Simon arrivò poco dopo sicuramente un po' preoccupato per come mi reggevo in piedi. Iniziammo a ballare da bravi amici con le opportune distanze, ma naturalmente il mio penoso stato e la mia naturale impulsività si sono fatti avanti per rovinare tutto. Io ero troppo confusa, non ero abituata a bere così tanto alcool, non riuscivo a mettere a fuoco nemmeno il volto di Simon figuriamoci ballare. Infatti barcollai pateticamente addosso a Simon e lui mi circondò i fianchi per sorreggermi. Naturalmente neanche lui era del tutto sobrio, ma neanche rovinato come me. Io iniziai a strusciarmi contro di lui come avevo visto fare da Jennifer con ogni ragazzo che incontravamo. Muovevo il bacino contro il suo e ogni tanto mi abbassavo per baciargli il collo. Lui mi mordeva l'orecchio e gemeva contro la mia spalla. Poi ogni cosa successe al rallentatore: lui mi accarezzo la guancia e mi costrinse a guardarlo negli occhi. Semplici occhi marroni che io trovavo estremamente sexy. Mentre ci guardavamo, lui si avvicinò al mio viso titubante e per colpa dell'alcool io presi al volo l'occasione di assaggiare quelle fantastiche labbra. All'inizio era solo uno stupido bacio a stampo, in seguito Simon insinuò la sua lingua nella mia bocca cercando disperatamente la mia. Inebetita com'ero continuai il bacio. Pomiciammo per un tempo infinito, finché ripresi un po' di controllo e mi resi conto di quello che stava succedendo. Spinsi Simon lontano da me, ero spaventata e disorientata. Barcollai fino all'uscita del locale senza guardarmi indietro, la mia testa esplodeva di domande. Lasciai che l'aria fresca della notte mi facesse rabbrividire e senza accorgermene vomitai l'anima sul marciapiede. E mi misi a piangere. Nessun motivo, l'unica cosa di cui mi rendevo conto è che avevo fatto un'enorme e inestimabile cazzata.

Che cosa sarebbe successo adesso? Saremmo rimasti amici facendo finta di niente? Mi avrebbe rispettata come faceva prima? La nostra amicizia era rovinata? O non mi avrebbe più parlato per la vergogna? Forse mi vedeva come un'altra ragazza da portarsi a letto per aumentare il numero? Perché sono così maledettamente stupida? Magari potevo dirgli che era stata tutta colpa dell'alcool? Dopotutto era vero era successo solo perché ero ubriaca fradicia, o forse l'alcool aveva risvegliato i miei sentimenti?

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