22 aprile 2016

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Prime vere lacrime.

Mi sentivo male, male ogni giorno di più. Solo che io non riuscivo a capirlo. Ero a uno dei tanti pigiama party che organizzavamo io e Ashley. Stavamo guardando il solito film strappalacrime. C'erano fazzoletti bagnati e sporchi su tutto il sacco a pelo alternati da qualche carta di barrette al cioccolato. Vicino a noi c'era un secchio quasi finito di gelato alla fragola, per non compromettere la linea. Era la scena finale, quella nella quale il protagonista si accorge di essere completamente innamorato della ragazza che gli sta di fronte. Mi ricordo che mi soffermai a guardare lo sguardo di lui poco prima che si baciassero.Aveva degli stupendi occhi azzurri che mi rammentavano i tuoi. Lo dissi a Ashley e lei mi rispose ridacchiando: "Come fanno degli occhi azzurri come il cielo farti venire in mente gli occhi di Calum, che sono praticamente neri?"Aveva assolutamente ragione. All'improvviso iniziai a singhiozzare come quando ero piccola e nessuno mi dava quello che volevo. Singhiozzi, ma niente lacrime.Ashley era spaventata e angosciata dalla mia reazione. Non sapeva che cosa doveva fare. Infine si alzò per andare a chiamare Sarah e in quel momento il mio corpo prima sobbalzato dai singhiozzi restò immobile. "Ashley, non serve chiamare tua mamma. Va tutto be..." Non riuscii a finire la frase, perché mi sembrava di essere appena stata presa in pieno da un'onda gelida. Avevo il corpo e l'anima scossi dai tremiti che cercai di fermare senza successo. Forse ero troppo debole e in più iniziai a piangere a dirotto. Le mie mani asciugavano frenetiche le guance bagnate di trucco e lacrime. Non riuscivo neanche più a distinguere Ashley che correva verso di me per stringermi forte.Nonostante tutti i tentativi della mia migliore amica, non riuscii a parlare e neanche a muovermi. Era come se tutta la tristezza, l'inutilità e l'inadeguatezza che avevo provato in quei giorni avessero assunto il controllo di me. Mi sentivo strappata, squarciata e lacerata, usata e buttata, una bambola vecchia per una ragazza troppo cresciuta. Un giocattolo brutto per un bimbo troppo bello. Sentivo di essere stata ingannata, illusa, comandata, di aver giocato per troppo tempo ad un gioco che non mi piaceva. Sapevo di essere diventata una vittima di me stessa. Era colpa tua se stavo così male. Io me ne stavo sugli spalti a guardare lo spettacolo di Calum Howell. Uno spettacolo che mi distruggeva il cuore, ma preferivo distruggere il mio cuore che lasciare la persona di cui mi ero innamorata. Tanto in entrambi i casi mi sarei distrutta,meglio abbattermi facendo finta che vada tutto bene. Non mi ricordo quando ho smesso di piangere, credo di aver pianto anche tutta la notte. Il giorno dopo,quando mi svegliai, trovai davanti a me un barattolo di Nutella con un cucchiaino già immerso. C'era anche un postit che diceva "Mangiami e starai meglio." Chi non altro poteva essere se non Ashley. Infatti poco dopo entrò dalla porta la mia migliore amica con pacchi di gocciole tra le mani. Mi guardò e da quello sguardo capii che non mi aveva lasciata sola nemmeno un istante quella difficile notte e non l'avrebbe fatto mai. E sai cosa mi disse guardandomi negli occhi? "Gabbe, non tutto quello che abbiamo è destinato a rendere migliore la nostra vita." 

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