15 gennaio 2015

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Rido. Rido  e basta. Non penso e rido. E' quello che faccio tutto il giorno. Mi piace ridere, mi fa sentire felice e nel posto giusto. Dove dovrei essere. A volte rido talmente tanto che rischio di morire soffocata, altre mi tappo la bocca e le mie spalle vibrano, perchè tengo le risa dentro. Ma non mi fermo. Perchè se mi fermo devo fare i conti con i miei pensieri che mi urlano nelle orecchie. Tutti pensano che sono una bambina, ma la verità è che sono più profonda di loro e più complessa. Mi dicono che sono immatura, ma io le mie responsabilità me le assumo. Mi chiamano stupida, solo perchè rido per qualsiasi cosa, ma ho bei voti in tutte el materie. Loro mi vedono solo così, non possono pretendere di capire tutto di una persona solo dandogli una furtiva occhiata. E poi è meglio essere solare e divertente così tutti vogliono la tua compagnia, o seria e noiosa rimanendo così sola come un cane? Ci sono giorni in cui mi prometto che non riderò e, poi nonostante tutte le promesse che mi sono fatta mi imboresso insieme alle mie amiche. Io non riesco a stare seria, pensa che mentre mi stavo confessando trattenevo le risate, perchè non volevo ridere in faccia al parrocco. Se mi provassi a parlare seriamente io ti sputerei addosso dal ridere, perchè farai sicuramente un faccia buffa mentre ti sforzi di trovare le parole giuste. Non è colpa mia, è quello che sta lassù che prima di nascere mi ha detto che dovevo ridere per ogni sciochezza. Ma da dove viene tutta questa felicità che emano, se dentro di me sento solo un buco nero che risucchia la mia anima? E' questo che mi sorprende riesco a imboressarmi anche se dentro non nè ho ne la forza nè la voglia. Non devo ringraziare me per questo, ma quelle persone che mi stanno vicino durante la giornata che anche se non lo dimostro o non lo avete capito io vi voglio bene ed è grazie a quei piccoli gesti che mi fate resistere. Grazie Martina per il viaggio in autobus che dobbiamo sopportare ogni mattina, lo so che sto sempre zitta, ma sono felice perché la tua presenza mi conforta. Grazie Vanessa per avermi capito e non avermi fatto domande quando sono sclerata per quel libro. Grazie Francesca che invece di lasciarmi poltrire sul mio banco mentre faccio finta di ascoltare la prof, tu  mi parli e mi fai ridere. Grazie Maria Giovanna, il mio parabatai, che quando sono triste tu mi stai vicina aiutandomi con la tua comprensione silenziosa. Grazie Alice perché è grazie a te se non sono ancora in un angolo della classe a avere paura dei mie compagni sconosciuti, mentre tra di loro fanno amicizia. Grazie Lucrezia che con la tua passione per i disegni mi hai fatto tornare la voglia di prendere in mano una matita. Grazie Riccardo, che mi fai ridere con le tue spupide battute e con le tue occhiate che mi rivolgi durante le lelzioni. Grazie Bernard per i tutti gli abbracci che mi dai di prima mattina. Sarò pure una bambina, un'immatura, una stupida, ma almeno io ho la forza dei miei amici a circondarmi. 

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