14. Kiss The Rain

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Avvolsi la tazza di tè caldo con le dita e un buon profumo raggiunse il mio naso facendomi sentire meglio. Dando una piccola sorsata, colsi lo sguardo di Bindy e rimasi ad aspettare che cominciasse a parlare.

«Non hai niente da dirmi?»

La guardai come se non capissi cosa stesse dicendo, lei incrociò le dita accavallando le gambe, «Cattiva ragazza... sai quanto mi sei mancata? Ho aspettato cinque anni prima di poterti rivedere e non mi hai neanche detto una parola su cosa è successo negli Stati Uniti. Voglio sapere tutto! TUTTO!»

Non potei fare a meno di scoppiare a ridere, «Ci siamo incontrate solo ieri... che cosa vuoi sapere prima?» chiesi guardandola come se mi stesse facendo un'intervista.

Bindy ci pensò un attimo, «Che hai fatto negli Stati Uniti?»

Non avrebbe potuto farmi una domanda peggiore, «Cosa avrei potuto fare? Ho lavorato per mio padre. Mi ha fatto letteralmente sgobbare, prima come semplice dipendente e poi affidandomi incarichi sempre più elevati, fino a quello che sono oggi: direttrice dell' Harrison», pronunciai l'ultima parola come se mi desse la nausea.

«Immaginavo che tuo padre non ti avrebbe lasciato stare tanto facilmente... ma non ti ha permesso neanche di uscire per divertirti?»

Prima di risponderle feci un profondo sospiro, «Ero costantemente controllata dai suoi informatori, e quando tentavo di fare una pausa, lui subito mi affidava impegni impellenti».

Bindy rimase a guardarmi seria, «Quindi la situazione non era molto cambiata da qui... mi dispiace tesoro».

«Certo, New York è un'altra realtà, ho sentito parecchio il distacco dalla vita tranquilla di Prestbury».

«Sicuramente...», rimase in silenzio per qualche secondo, «e per quanto riguarda i ragazzi? Hai frequentato qualcuno?»

Sorrisi ma le risposi «Neanche l'ombra! Non ho avuto tempo per pensare a queste cose, e tu invece?», alla domanda divenne paonazza in volto, «Devi dirmi qualcosa?»

«Preparati...», abbassò lo sguardo e dopo averlo rialzato di fretta, mi guardò negli occhi, «Harvey ed Io stiamo insieme».

Ero ammutolita, non potevo crederci. Notando il mio sconcerto continuò a parlare, «So che può sembrarti strano... è successo tutto qualche mese dopo che te ne sei andata. Harvey ed io abbiamo cominciato a uscire più spesso insieme, solo noi due, così che ho scoperto un Harvey più sensibile, più gentile, e con il passare del tempo ci siamo innamorati», mi sorrise, «Ti prego Maya non essere arrabbiata perché non te l'ho detto subito. Tu eri sempre così impegnata in America, così ho pensato che ti avrei raccontato tutto una volta tornata».

Ascoltai ogni singola parola, nonostante le sue scuse, mi sentivo delusa, era come se mi avessero tenuta fuori dalla loro vita, ma non volevo farmi cogliere dal risentimento, in fondo ero stata io ad andarmene e a non farmi sentire per cinque anni interi. «Grazie per avermelo detto... sono così contenta per voi due! Immaginavo che alla fine sarebbe successa una cosa del genere, siete sempre stati così in sintonia».

Bindy mi prese entrambe le mani, «Grazie! Tengo molto alla tua approvazione, non farei mai nulla senza dirtelo, Maya, ti voglio così bene!»

Le sorrisi cercando di sembrare il più sincera possibile, anche se non riuscii a reprimere quella sensazione di delusione.

Finimmo di bere il nostro tè, quando guardai fuori dalla finestra e dopo aver notato il bel tempo, le chiesi «Ti andrebbe di fare una passeggiata?»

«Oh si!» esclamò Bindy battendo le mani.

«Dove vorresti andare? Abbiamo l'auto a disposizione».

«Ora che mi ci fai pensare, prima di partire mi dicesti di un negozio di vintage ad Handforth. Mi piacerebbe tanto vederlo».

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