31. Me Minus You

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La cena trascorse tranquillamente, Torrian a malapena mi degnò di uno sguardo e non parlammo di nulla, ci pensarono i nostri genitori a conversare.

Quando Nigel propose che Torrian mi accompagnasse a casa, il ragazzo mi sembrò per un attimo riluttante, ma non vi diedi peso, quella era l'unica opportunità che avrei avuto per dirgli tutto.

Il ristorante era a Manchester, quindi per tornare avremmo passato almeno cinquanta minuti in auto ma Torrian sembrava intenzionato a rimanere in silenzio per tutto il tragitto.

Non era il Torrian che conoscevo, sembrava scostante e freddo, quasi depresso. Lo guardai per qualche secondo, pensando a un modo per iniziare la conversazione, così tossicchiai per attirare la sua attenzione e dissi flebile «Torrian devo dirti una cosa».

Rimase impassibile, io continuai, «Ricordi quando ho trovato la tua collana nel cassetto? Beh, io sapevo che esisteva la parte mancante del leone già da parecchio tempo».

Inaspettatamente Torrian accostò e fermò l'auto. Questa volta non fece finta che non esistessi, ma si voltò verso di me e chiese «Che cosa intendi?»

Deglutii, «Il leone», abbassai lo sguardo sulle mani, poi lo rialzai ricambiando il suo sguardo serio, «Devo essere sincera con te, io avevo già sentito la storia di tuo fratello e tua madre. Dopo aver visto il cervo, mi si è presentata una situazione che non mi sarei mai aspettata. Continuavo a chiedermi com'era possibile che la tua e l'altra storia raccontata da una persona completamente estranea alla tua vita potessero combaciare così».

«Ho iniziato a fare delle ricerche, e solo da pochi giorni ho trovato la risposta alla mia domanda», vacillai per un attimo, sperando che la notizia non lo avrebbe sconvolto, «Tuo fratello è vivo. E si chiama Jayson Wood».

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Torrian rimase a guardarla con occhi sgranati. "Non posso crederci..." pensò, "si sta sbagliando, sicuramente. Mio fratello è morto. Abbiamo il suo certificato di morte, perché dovrebbe essere ancora vivo?"

«Come fai a esserne certa?»

«Oltre alla collana, ci sono i documenti: Jayson è stato trovato il giorno stesso in cui si è appiccato l'incendio, l'adozione è avvenuta circa un mese dopo essere stato ricoverato per una grave ustione, nessuno aveva provato a cercarlo». Maya rispose rivolgendo i palmi delle mani verso l'alto, come se la risposta fosse ovvia.

«Non posso crederci», Torrian guardò per un attimo fuori dal finestrino sfiorandosi il mento con la mano, «Sarei venuto a saperlo in qualche modo. Mio padre, sarebbe venuto a saperlo. Come hai fatto? Sei sicura delle tue ricerche?»

Maya deglutì, incrociando le mani sulla gonna del vestito, «Le mie fonti sono attendibili, te le farò avere al più presto». Guardò Torrian, «Per quanto riguarda tuo padre, non so se lui ne sia a conoscenza o meno. Immagino di no».

Lo sguardo della ragazza era fermo e sicuro, dalla sua espressione capì che Maya era certa delle sue ricerche. Improvvisamente iniziarono ad accavallarsi pensieri e domande nella sua mente, che doveva saziare in qualche modo ma che furono bloccati da una domanda che lo fece sentire esausto, «Tutte queste ricerche... le hai fatte per me o per Jayson?»

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Lo guardai spiazzata, non mi aspettavo una cosa del genere. Al momento non riuscii a trovare le parole, come avrei potuto spiegargli che avevo sempre e solo pensato a Jayson? Feci un profondo respiro per dire qualcosa, quando Torrian continuò «Non lo hai mai dimenticato, neanche quando eri con me, vero?», poggiò un gomito sul volante e aggiunse «Sono sempre e solo stato un illuso, sapevo che tu eri innamorata di un altro, ma continuavo a ripetermi che forse sarei riuscito a farti cambiare idea, a farti affezionare a me proprio come io lo sono di te».

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