32. Turning Page

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Jayson parcheggiò vicino al suo appartamento. Il ritorno a lavoro passò in un attimo, ma non riusciva a concentrarsi, era troppo malinconico. Bastava che chiudesse gli occhi, che subito rivedeva la lapide chiara, trattenendo a stento le lacrime. In quel preciso istante però, decideva di seguire le parole di Torrian e si distraeva immaginando l'aspetto della madre.

Non aveva ancora visto una sua foto, nonostante ciò riusciva a immaginarla in modo vivido: sorridente, con grandi occhi neri, proprio come quelli suoi e di Torrian e con dei capelli mossi e corvini.

Per quanto poteva sentirsi sollevato, la consapevolezza di aver perso ogni suo ricordo lo faceva riabbattere, per questo sentì il bisogno di qualcuno vicino. Uscì dall'auto tenendo il telefono all'orecchio.

Maya arrivò pochi minuti dopo, fermando l'auto di fianco a lui. Jayson la guardò chiedendosi come avesse fatto a fare così presto, ma in quel momento desiderava solo stringerla a sé, così senza dire nulla la abbracciò appena scese dall'auto.

Maya sembrava un po' confusa, infatti gli chiese «Tutto okay?», ma non con un tono sorpreso.

Le passò una mano fra i capelli, aveva capito che la ragazza sapeva già tutto, «Non pensavo avrei avuto una reazione del genere. Ho provato una strana sensazione, come se avessi conosciuto mia madre da sempre, e che fosse morta da poco, ma ero consapevole che in realtà stavo solo piangendo una lapide, non ho neanche mai visto una sua foto».

Maya lo guardò negli occhi e carezzandogli una guancia disse «Non pensare così. Lei è sempre stata accanto a te».

Jayson non rispose, annuì sorridendole triste, così lei iniziò a cercare nella sua borsa qualcosa e tirò fuori un piccolo libretto. «Ero venuta nel tuo ufficio per darti una cosa e ho visto te e Torrian andare via. Mi dispiace, ma vi ho seguito, so che non avrei dovuto», cercò di deviare il discorso barcollando sui talloni, poi gli porse quello che aveva in mano, «Comunque... questo era di tua madre, dovresti farlo vedere anche a Torrian».

○○○○○

Jayson prese il diario tra le mani, guardandolo interrogativo. Aprì la prima pagina notando qualcosa che lo preoccupò, così che dopo aver deglutito, alzò lo sguardo verso di me e disse «Andiamo di sopra», incamminandosi verso il suo appartamento.

Appena arrivammo, lanciò le chiavi sul mobiletto e si sedette sul divano, sfogliando di fretta le pagine piene di parole.

Mi sedetti vicino a lui, «Me l'ha dato una tua zia» dissi guardandolo in volto, anche se sembrò non ascoltarmi, «E' il diario di tua madre. Grazie alle ricerche che abbiamo fatto, sono riuscita a contattare alcuni suoi parenti, tra cui sua sorella. Mi ha detto di averlo trovato poco dopo la sua morte, in un cofanetto di metallo che teneva chiuso a chiave, per questo è resistito all'incendio. Non l'ha mai aperto per il rispetto di Kathleen, ma pensava fosse giusto darlo a te».

«Perché non l'ha dato a Torrian?»

«Le ho chiesto la stessa cosa e mi ha risposto che dopo l'incendio Nigel aveva chiuso totalmente ogni legame con la famiglia di tua madre. Non permetteva a nessuno di loro di avere contatti né con lui, né con Torrian».

○○○○○

Il ragazzo analizzò velocemente ogni pagina. Le date riportate riguardavano soprattutto gli ultimi due anni di vita della madre, e quello che lesse non era per niente rassicurante.

La scrittura, infatti, da delicata e ordinata diventava sempre più disordinata e confusa, mentre il contenuto riguardava solo un argomento:

7 giugno 1990

Ho litigato ancora con Nigel. Non riesco a capire cosa lo tormenti, perché non mi permette di scoprire quali sono le sue paure?

A volte ho voglia di mettere sulle mie spalle tutte le sue preoccupazioni, di assicurargli che con me è al sicuro, ma a ogni mio tentativo si mette sulle difensive vietandomi anche solo di fare domande.

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