21. Affair

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Assaggiai un pezzo di salmone affumicato tenendo fisso lo sguardo sul piatto davanti a me, "non riesco neanche a guardarlo... ma non posso continuare così, o Torrian sospetterà qualcosa" pensai deglutendo.

Mi costrinsi ad alzare gli occhi, trovando Torrian che gli parlava con scioltezza, «Ha delle capacità rare» disse tenendo un bicchiere di vino rosso in mano, «Ho letto dal suo curriculum che ha ottenuto la laurea d'ingegneria meccanica pochi anni fa, tre se non sbaglio».

Jayson lo ascoltava senza muovere un muscolo, come se avesse paura che al minimo movimento avrebbe incrociato il mio sguardo, «Sì» disse sorridendo, «Purtroppo non ho avuto l'opportunità di continuare gli studi dopo aver preso il diploma, così ho messo da parte il denaro necessario per andare all'Università».

Torrian fece un gesto con la mano sinistra, sfiorandomi, «Questo dimostra maggiormente le sue capacità. Il fatto che la sua officina sia diventata una delle più apprezzate in pochissimo tempo è veramente notevole. Per questo mi chiedo la motivazione per cui non vuole accettare la mia proposta».

Il ragazzo di fronte a noi bevve un sorso d'acqua, «Perché penso sia un impegno troppo importante».

Sentii che i muscoli di Torrian iniziarono a irrigidirsi, così lo guardai in volto e mi accorsi che era veramente teso. Aveva la mano sinistra poggiata su una gamba, chiusa a pugno, e nonostante non capissi il motivo della sua tensione, la presi per rassicurarlo.

Sorrise senza guardarmi, improvvisamente i suoi muscoli si rilassarono, e solo a quel punto disse rivolto a Jayson «Non capisce l'opportunità che sta perdendo... Mr. Wood».

«Non capisco il motivo della sua insistenza» aggiunse Jayson asciutto, guardando la bistecca che aveva davanti a sé, che stava tagliando, «Ci sono officine qualificate tanto quanto la mia».

«Allora perché non fa un periodo di prova? Valuterà lei la situazione, sarà tutto nelle sue mani».


Visto che i ragazzi sembravano immersi nei loro discorsi, mi distrassi un attimo iniziando ad osservare la sala in cui ci trovavamo.

L'ampio salone conteneva una decina di tavoli sparsi dei quali solo alcuni erano occupati, creando un'atmosfera tranquilla e a volte silenziosa.

I camerieri sbucavano di tanto in tanto dalla cucina adiacente alla sala, passando tra i vari tavoli e anche di fianco al nostro, che si trovava vicino ad una grande finestra con lunghe tende verdi, abbinate ai colori dei centrotavola.

Questi erano formati da fiori verdi e bianchi, con al centro una piccola candela, che però al nostro tavolo era spenta, a differenza di quelle degli altri.

Con un po' di fastidio pensai che le tovaglie fossero troppo lunghe, qualcuno vi sarebbe potuto inciampare sopra, e spostando lo sguardo notai anche che davanti ad ogni finestrone c'erano due grandi candele, probabilmente per aumentare l'atmosfera rilassante.

D'un tratto sentii Torrian lasciarmi la mano per chiamare un cameriere. Un ragazzo ci venne incontro, e mentre Torrian stava ordinando qualcosa, rivolsi distrattamente lo sguardo verso Jayson, che mi stava fissando.

Colta di sorpresa spostai gli occhi in un'altra direzione, avevo le guance in fiamme, non volevo se ne accorgessero.

Con un gesto stizzito pensai che fosse veramente uno sfrontato a guardarmi in quel modo davanti a Torrian, quando, annusando l'aria, sentii uno strano odore provenire dalla parte di Jayson.

Sembrava non ci fosse niente di strano, così tirai leggermente la manica di Torrian per chiedergli se lo sentisse anche lui.

Si sporse verso di me per ascoltarmi, ma non riuscii a dirgli nulla.

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