13. Spring Rain

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Mancavano poche ore al ricevimento organizzato da mio padre, quando sentii bussare alla porta della mia camera e vidi mia madre entrare.

Teneva con una mano un grande porta abiti chiuso e con l'altra una scatola di scarpe, «Mi sono permessa di scegliere per te l'abito e le scarpe da indossare questa sera».

Scesi di fretta dal letto e presi delicatamente il porta abiti, curiosa di quello che vi avrei trovato dentro. Lo adagiai sul letto e mentre iniziai ad aprire la chiusura lampo mia madre disse «Spero che ti piaccia», aspettando impaziente la mia reazione.

Una volta tirato fuori l'abito rimasi a bocca aperta, era magnifico, mia madre non avrebbe potuto sceglierne uno migliore: era un modello a sirena realizzato in crêpe di seta blu notte, dall'aria molto elegante e sobria. Lo scollo era quadrato e profondo, le maniche strette si fermavano al gomito e il tutto era avvalorato da una grande fascia di raso color tiffany che mi stringeva in vita.

Rimase a guardarmi sorridente, probabilmente si aspettava una reazione del genere, «Tu cosa hai intenzione di indossare questa sera?» le chiesi vaga.

«Non preoccuparti per me, quest'evento è dedicato a te e ho intenzione di farti essere la più bella del ricevimento», fece qualche passo verso la porta della camera e dopo averla aperta disse «Potente entrare».

Un'equipe di truccatori e parrucchieri professionisti entrò in camera e nel giro di pochi secondi mi circondarono facendomi sentire in soggezione. Si dimostrarono tutti cordiali e disponibili, ma durante la preparazione nessuno mi permise di guardarmi allo specchio esclamando «E' una sorpresa!».

***

«Al mio tre. Uno... due... tre».

Ero senza parole. La donna seduta davanti allo specchio non ero io, «Wow» mormorai sorpresa. I ragazzi risero compiaciuti lanciando delle occhiate a mia madre, che annuì per il buon lavoro compiuto.

Quest'ultima mi venne accanto e abbassandosi mi abbracciò. Rimase a guardarmi mormorando «Bellissima... sei cresciuta così in fretta», e non appena le lacrime cominciarono a salirle agli occhi, le persone che si trovavano in camera capirono la situazione e uscirono.

«Mamma non piangere, altrimenti lo farò anch'io e il trucco si rovinerà» le dissi sorridendo, così alzò gli occhi sbattendo velocemente le ciglia per trattenerle, e dopo aver guardato l'orologio, esclamò «Gli ospiti stanno per arrivare! Si è fatto tardi».

Stava per andare via, quando le afferrai una manica e dissi insicura «Ti aspetto», non volevo presentarmi da sola al ricevimento. Lei si limitò a sorridermi e ad annuire.

Rimase a guardare il padre discutere mentre sorseggiava un vino pregiato, dal sapore asciutto e armonico. Si guardò intorno annoiato, la sala era piena di ospiti seduti ai vari tavoli rotondi, ma nessuno sembrava interessarlo particolarmente.

«Torrian» disse il padre sedendosi accanto a lui, «Anche se non hai alcun interesse per lo scopo della serata, avrei voluto che avessi assistito agli accordi con Mr. Harrison».

Torrian si limitò a guardarlo impassibile e a dirgli «Se non sbaglio, siamo stati invitati in un party, non in un incontro di lavoro».

«Tra non molto diventerai il presidente dell'azienda. Devi smetterla di spendere il MIO denaro in modo insensato e di pensare solamente a divertirti», il padre parlò a bassa voce ma il tono che utilizzò era tutt'altro che rassicurante.

Stava per dire qualcos'altro quando qualcosa attirò l'attenzione del ragazzo e decise di andarvi incontro. Si alzò senza degnare il padre di uno sguardo, s'incamminò verso una ragazza di spalle e pensò "il retro non è niente male", alzando leggermente un sopracciglio.

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