16. This Moment

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Non appena entrai nell'edificio, la mia segretaria Megan mi si affiancò e mi disse di seguirla.

Gli occhi di tutti gli impiegati erano puntati su di me, al punto che iniziai a chiedermi se avessi qualcosa che non andasse, ma cambiai subito idea, prima di venire a lavoro avevo controllato tutto nei minimi dettagli.

Poco prima che uscissi di casa, la mamma venne in camera mia per controllare l'abbigliamento da grande entrata in scena, come l'aveva definito lei.

«Su su fatti vedere» disse facendo cenno di sbrigarmi.

Feci qualche passo indietro, poggiando le mani sui fianchi, «Cosa ne pensi? Sembro una donna d'affari?»

«Certo tesoro» rispose, ma poi incrociando le braccia disse «Anche se la collana non mi fa impazzire».

Abbassai lo sguardo sulla lunga collana che stavo indossando, il leone con incisa la sagoma di cervo al suo interno, e tenendola in mano chiesi «Dici davvero?»

Mia madre m'indicò con entrambe le mani e spalancando gli occhi esclamò «Guardati! Non è una collana adatta all'occasione, tesoro».

Mi guardai allo specchio sempre tenendo in mano la collana. Facendo una piccola smorfia mi dissi che forse aveva ragione, il vestito bianco a ruota era molto delicato e sobrio rispetto allo stile antico e aristocratico della collana. Quando la indossavo però mi sentivo più sicura, quindi per me era difficile separarmene, soprattutto in certe occasioni.

La sfilai e la rimisi nel portagioie che avevo sul comodino, non volevo che si perdesse. Notando la cura con cui la trattavo, la mamma inclinò leggermente la testa e mi chiese «Chi te l'ha regalata?»

Sorpresa da quella domanda, senza guardarla dissi «L'ho trovata e mi è piaciuta», sperando che non continuasse, e per fortuna fu così, infatti si limitò ad annuire e a darmi un bacio sulla guancia prima che uscisse dalla camera.

Appena si chiusero le porte dell'ascensore, feci un profondo respiro di liberazione. Tutti quegli occhi che mi osservavano nell'ingresso sembravano stessero per opprimermi sempre di più, così, tanto per farmi svanire il dubbio, mentre l'ascensore si dirigeva al nostro piano, chiesi a Megan, insicura «Megan pensi che mi sia vestita in modo troppo vistoso?»

La mia segretaria alzò un sopracciglio, «Niente affatto Miss. Siete molto elegante».

«Il vestito non è troppo...»

«Posso assicurarle che sembrate una grande donna in carriera, se fossi vostro padre sarei fiero di voi».

Sorrisi a quel complimento, ero felice che anche Megan tifasse per me, «Grazie... spero che in questo primo giorno riuscirò a dare una buona impressione».

***

Poggiai la testa sull'alto schienale della mia sedia, guardandomi intorno.

L'ufficio direzionale era una bella stanza dallo stile moderno, piena di luce per le grandi vetrate. Appena vi misi piede, notai gli scaffali in cui erano riposti tutti i documenti dell'azienda, e istintivamente vi passai la mano sopra come per contarli, non riuscivo a credere che quell'ufficio era tutto per me.

Una volta che Megan uscì dallo studio, mi sedetti sulla poltrona nera, posta di fronte alla porta d'ingresso, e incrociai le mani continuando a guardarmi intorno.

«Che bello» mormorai, «Ma credo che bisognerà personalizzarla un po'».

Mi alzai sentendo il rumore dei tacchi che rimbombava nel vuoto e mi diressi verso un'alta lampada nera posta vicino a un tavolino basso, circondato da quattro poltrone. La guardai bene, dopo qualche minuto la presi e la misi nell'angolo opposto della stanza, vicino agli scaffali.

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