6. Sometimes... Someone

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I giorni seguenti passarono tranquilli, lavorando al pub e rimanendo spesso con Dick, il quale, dopo avergli chiesto se sapesse della relazione passata tra Abbie e Jayson, mi spiegò che Jayson non fu così insensibile, «Aveva delle grandi occhiaie e la testa fra le nuvole» disse imboccando una forchettata di purè.

Stavamo pranzando da soli, Jayson era a casa con i genitori, così ne approfittai, «Davvero?» gli chiesi sorpresa.

Dick annuì, «Jayson era il più innamorato dei due, io lo avevo sempre detto. Quando decise di lasciarla rimasi molto sorpreso, avrei giurato che un giorno sarebbe stata Abbie a farlo, ma tutti ci accorgemmo che lei lo stava cambiando, scegliendo per lui gli amici da frequentare, decidendo i luoghi dove uscire, addirittura cosa avrebbe dovuto indossare. Era diventata una situazione assurda. Per questo lo sostenetti fin da subito, anche se non riuscivo a vederlo così sofferente. Sono passati due anni e a volte sembra che pensi ancora ad Abbie...»

L'ultima frase mi lasciò perplessa, basandomi su quello che mi aveva detto Jayson sembrava il contrario, ma stabilii che Dick avesse ragione, dopotutto chi poteva conoscerlo meglio di lui?

«Certo, Jayson è sempre stato abbastanza opprimente» disse dopo qualche secondo di silenzio, «Sin da quando eravamo piccoli, manteneva le distanze con chiunque conoscesse. Era talmente strano per gli altri bambini, che nessuno voleva giocare con lui, a parte me».

«Deve essere a motivo del suo carattere...»

«Oh no, alla base di tutto c'è qualcosa di più complicato... comunque, non appena mi disse che aveva iniziato a frequentare Abbie rimasi sorpreso, non immaginavo avrebbe mai fatto una cosa del genere, non così presto almeno. Ma ero lo stesso felice per lui, finalmente avrebbe espresso i suoi sentimenti a qualcuno».

Poggiò il mento sulla mano e guardandomi annoiato continuò «Non passò molto, che Abbie mi confidò di pensare che Jayson fosse troppo apprensivo. Fin da subito pensai che si sbagliasse, e soprattutto che lo capivo, Abbie a volte era troppo "amichevole" con gli altri ragazzi... certo, anche il problema di Jayson non aiutava».

«Quale problema?»

Dick alzò le mani, «Mi dispiace tesoro, ma non posso dirti nulla, è una cosa che dovrebbe fare lui», fece un piccolo sospiro, «Ti dico solo che ha paura di perdere le persone a lui più care... ed è per questo che è così scostante».

Rimasi a guardarlo, ora capivo qual era la motivazione per cui Jayson non scambiasse con me più di un paio di parole.

***

Una sera, dopo che il pub aveva raggiunto l'orario di chiusura, ero sfinita, così Dick insistette di farmi fare una pausa. Dopo aver preso un tazza di tè caldo mi sedetti ad un tavolo fuori nonostante facesse molto freddo e iniziai a pensare a come in una settimana avessi imparato molte più cose che in una vita passata sui libri.

Lavorando al pub Bunny's Hole ascoltavo le storie dei clienti che parlavano di vita vissuta, dei loro problemi, dei loro amori, degli obiettivi raggiunti e delle delusioni.

E poi in compagnia dei ragazzi mi sentivo a mio agio, o almeno mi sentivo a mio agio con Dick, che in ogni momento riusciva a farmi ridere.

Jayson era tutta un'altra storia, tra noi due si creò una barriera invisibile.

A causa del freddo, un brivido mi attraversò la schiena e strofinandomi le mani per riscaldarle, lo sguardo mi cadde sul braccialetto che mi aveva regalato mia madre: una piccola margherita con un brillantino centrale, legata ad una catenina leggera. Rispecchiava totalmente la sua personalità semplice e delicata, era così importante per me che se lo avessi perso sarei andata nel panico.

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