20. Wings

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«Come puoi non dirmi cos'è successo!»

«Perché tengo alla mia privacy».

Dick fulminò l'amico, che invece di sembrare colpito assunse un'aria ancora più indifferente, «Hai visto anche tu in che condizione si trovava Maya» disse poggiando le chiavi dell'auto sul bancone, «Non fare strani pensieri».

«So già che non sei quel tipo di persona che si approfitterebbe delle donzelle indifese» aggiunse Dick facendo il segno delle virgolette con le dita, «Ma chi mi faceva più paura in quel momento era Maya, credo che se avesse potuto avrebbe fatto crollare tutto il locale... da ubriaca fa ancora più paura di quand'è sobria».

Allo sguardo traumatizzato dell'amico, Jayson non poté fare a meno di sorridere, «Me ne sono accorto...»

Dick rimase in silenzio, bloccandosi improvvisamente e fissandolo sbigottito. Jayson lo guardò interdetto, e nel momento in cui alzò un sopracciglio chiedendosi cosa stesse succedendo nel cervello di Dick, il ragazzo quasi urlò «ALLORA E' SUCCESSO QUALCOSA!», puntandogli un dito contro.

Jayson roteò gli occhi, facendo un lamento esasperato affermò «E' una questione che riguarda me e Maya, nessun altro».

«Cos'è successo tra te e Maya?!»

I ragazzi si voltarono entrambi di scatto verso la porta, nessuno dei due si era accorto dell'arrivo di Becky.

Dick la guardava sorpreso, a differenza di Jayson che fece una piccola smorfia scocciata. Rebecca raggiunse in un batter d'occhio i ragazzi, ponendosi di fronte a Jayson, «Ho detto che voglio sapere cosa è successo tra te e...», sembrava che per lei pronunciare quel nome fosse come ingoiare un limone intero, «Maya».

Jayson strinse la mascella, lasciando intravedere l'osso che fuoriuscì leggermente, distolse lo sguardo facendo un profondo sospiro, e riguardandola negli occhi disse «Ti risponderò proprio come ho fatto con tuo cugino: non sono affari tuoi».

«Sei crudele!» esclamò Becky colpendolo al petto, «Come puoi tradirmi così?», iniziò a piangere e aggiunse lamentosa «Come puoi sostituirmi con... con una come quella?»

Il tono che utilizzò fu così sprezzante, che Jayson le rispose di getto, stizzito, «Tradirti? Non sei neanche la mia ragazza» disse con un tono paragonabile a una lastra di metallo, «Chi è il pazzo che potrebbe prenderti sul serio? Sei solo una ragazzina. Non ti azzardare minimamente a paragonarti con Maya».

Becky rimase a guardarlo interdetta, con il viso che rispecchiava le sue emozioni: tristezza, delusione, rabbia.

Jayson capì di aver esagerato, ma non poteva tornare indietro, «Il nostro è stato solo tempo perso, facciamola finita e rimaniamo amici, per favore», così le passò accanto cercando di rimanere impassibile.

Come si aspettava, Becky lo afferrò per la manica dopo pochi passi, «Cos'ha lei che io non ho?» disse con voce spezzata, «Non pensare che io non me ne sia mai accorta. Sapevo che lei è sempre rimasta nel tuo cuore, in un modo o nell'altro, solo che non avevo il coraggio di ammetterlo. Non voglio infastidirti più, rispondi solo a un'ultima domanda: non hai mai provato nulla nei miei confronti?»

Lo lasciò guardando a terra, aspettando una sua risposta, e rimase sorpresa quando Jayson le posò una mano sulla testa, come se le desse una piccola pacca di consolazione, «Ti ho sempre voluto bene, ma solo come una sorella», così si voltò e uscì dal locale.

Becky rimase immobile, incapace di reagire, senza riuscire a dire neanche una parola o a inseguirlo per fargli cambiare idea. Nel profondo sapeva che sarebbe stato tutto inutile, così si limitò a fissare la sua schiena, cose se scattasse una fotografia con il pensiero.

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