24. Saturn

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I preparativi andavano così bene che neanche mi sembrava vero.

E, in effetti, avevo ragione a dubitare, perché appena un giorno prima del party, scoprimmo che il famoso maitrê che avrebbe dovuto assicurare il buon andamento del servizio di ristorazione era improvvisamente malato.

Mio padre sentenziò subito che era sempre un piano di Gordon, ma io invece di pensare chi possa essere stato o no, decisi di trovare un altro nel minor tempo possibile.


Come faceva quasi tutte le mattine, Torrian mi venne a prendere a casa per accompagnarmi a lavoro. Gli ripetevo sempre che non era necessario, ogni volta erano almeno cinquanta minuti di macchina, ma lui ribatteva secco «Vengo perché voglio farlo», così mi vedevo costretta a non obiettare.

Eravamo in silenzio mentre lui guidava la sua Aston Murray, quando sovrappensiero feci un profondo sospiro e mi chiese «Qualcosa non va?»

Poggiai la tempia vicino al finestrino, «Non so a chi chiedere di fare il matrê... o almeno, non so chi accetterebbe di farlo con un così breve tempo di anticipo» risposi lamentosa.

Torrian rimase qualche secondo in silenzio, mi guardò di sfuggita e spostò lo sguardo sulla strada, «Che ne pensi di-»

«Ora ci sono!» esclamai raddrizzandomi sul sedile, «Svolta, andiamo a Handforth».

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***

Dick alzò un sopracciglio, stava per scoppiare a ridere, era per caso uno scherzo?

«Mi stai dicendo che dovrei fare il maitrê di un evento così importante... senza neanche un po' di preparazione?»

Maya unì le mani, come se stesse facendo una preghiera, «Dick so che puoi riuscirci. Vieni con noi a Manchester, ti daranno tutte le informazioni utili per domani».

Dick fece cenno di no con la testa dicendo «Maya non si tratta di persone qualunque. Sicuramente si aspetteranno un efficienza di prima classe, io sono solo il gestore di un pub».

«Non sottovalutarti, ti ho visto prendere in mano situazioni disastrose! Da quello che ricordo nessun cliente si è mai lamentato del pub».

Il ragazzo incrociò le braccia e disse asciutto «Sei stata qui solo due settimane».

Maya stava per dire qualcos'altro, quando s'intromise Torrian, «Mr. Bailey ha ragione, quello che accade in un pub non è nulla rispetto ad un evento come quello di domani».

«Mi avete frainteso, non volevo sottovalutare il pub», Dick sembrò ferito nell'orgoglio, «Ci sono state serate dove ho dovuto impegnarmi più delle mie possibilità servendo anche un centinaio di invitati in due ore».

Inaspettatamente, Torrian accostò la propria mano a quella di Maya, incrociando alcune dita con le sue, «Allora perché non mette alla prova le sue capacità? Miss. Harrison le sta offrendo una grande opportunità, se fossi in lei, la coglierei al volo».

Dick rimase a guardarlo con sguardo pensieroso e notò gli occhi imploranti di Maya. Passò qualche minuto, quando disse «D'accordo, vengo con voi a Manchester».

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Dick non tradì affatto le mie aspettative. Il giorno dell'evento supervisionò ogni cosa nei minimi dettagli e quando gli ospiti arrivarono, li accolse egregiamente mostrandosi gentile e professionale. Era informato su tutto, dai migliori vini alle tecniche del servizio di sala. Sembrava essere nato per fare quel lavoro.

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