capitolo 19.

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"Joy! Joy! Joel svegliati!"
Mentre dormo sento questo qualcuno urlare contro la mia faccia.
Chiunque esso sia, appena riesco ad aprire gli occhi,prendo la mira e gli tiro un pugno.

Poi vedo Nate quasi a cavalcioni su di me che sbraita allora capisco che forse dovrei alzarmi e basta.

"Cosa diavolo ti succede?"
"C'è una signora che vuole uccidermi"
"Ma che cazzo?"
"Ho aperto la porta e lei si è avventata su di me"

Non riesco a capire se la cosa è comica o tragica, nel dubbio mi alzo facendolo rimanere sul letto da solo.

"Ma è qui?"
"Sì in cucina, ma vai tu che io ho paura"
Dice quasi terrorizzato ma con un'accentuazione ironica.

Esco dalla camera sperando sia uno scherzo,invece trovo mia madre seduta in cucina.

"Mamma?"
"Quindi è così? Lui ti ha di nuovo usata? Come credi di andare avanti se commetti lo stesso errore sempre?"

Non sono pronta a spiegarle tutto.
Non ce la faccio a farle capire che Nate non è lo stronzo che un anno prima mi ha rovinato la vita, che ormai non soffro più per lui, ma che ne ho trovato uno peggio ancora, con sette anni di differenza.

"Allora?"
la sua voce stridula mi fa venire voglia di buttarla fuori.

"Mamma non è lui"
"Peggio ancora"
"No mamma non fare conclusioni affrettate perché non hai capito niente"

Dico quasi urlando perché lei possa capire prima di giudicare.

Si alza in piedi con autorità.
"L'ultima volta che ci siamo sentite mi avevi detto che stavi studiando.. È così che studi?"

"Certo, ho lezione il pomeriggio e se l'ultima volta che abbiamo parlato ti saresti interessata più a me che alla cifra di denaro che ti ho chiesto,ora lo sapresti."
Dico esausta mentre mi preparo il caffè.

Sembrerebbe sia rimasta senza parole dopo la mia ultima affermazione, ahimè vera.

"Ero preoccupata per te,lo sono tutt'ora"
con un filo di voce riesce a rispondere alle mie accuse.

"Mamma lo so,non sono la figlia modello che avreste voluto tu e papà"
Mi volto con amarezza e concludo.
"E di questo mi dispiace"

"Possiamo fare pace?"
"Direi una tregua... Mamma"
"Come vuoi,l'importante che mi fai capire come vivi."

Mai avuta una conversazione così pacifica con mia madre, quindi mi avvicino per sentire di nuovo un suo abbraccio.

Mentre sono stretta a lei, mi ricordo di Nate chiuso in camera.
"Ora facciamo uscire quel povero disgraziato del mio amico,amico mamma solo questo."

"Perché mai dorme qui?"
"Perché appunto è mio amico"
"Ha una sua casa vero?"
"Certo"

Resterà sempre la solita. 




ANIMA COMPLICATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora