Capitolo 7 bis

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Direi che sia meglio continuare con quello che è successo il giorno dello scontro con Annalise.

20 Settembre
Mi sono avviata alla fermata, arrabbiata con Annalise e soprattutto con mio padre perché quel giorno non è riuscito a venire a prendermi e, mentre gli stavo scrivendo sullo smartphone, sono arrivata alla banchina.
Ho urtato la spalla di uno che aspettava il pullman e gli ho urlato in faccia -Razza di idiota! Stai attento, maledizione!-
Quando ho alzato lo sguardo sulla persona che avevo davanti, sono rimasta sconvolta.
Non era semplicemente un individuo... era un ragazzo dai capelli castani che tendevano al rossiccio, aveva le spalle larghe e uno sguardo serio... eppure c'era qualcosa di familiare in lui... nel suo sguardo.
-Tu!- Ha esclamato con lo sguardo pieno di rabbia.
-Tu sei l'idiota che è riuscita a far mettere mia sorella in punizione! Ci dovresti essere tu al suo posto!-
-Oh no... no no.- Ho sussurrato.
-Sei il fratello di Annalise!-
Ho esclamato con il disgusto nella voce.
Ecco perché mi sembrava così familiare.
-Fratello gemello, per l'esattezza!- Mi ha guardato ancora più arrabbiato.
-Se ci riproverai di nuovo, te la vedrai con me!- Ha continuato.
-Oh mamma! Ho la nausea!-
E ho incominciato a far finta di vomitare.
Il ragazzo mi ha guardato con disprezzo e ha sibilato:
-Guardati! Sei così finta.
Mi ricordi tanto le Barbie con le quali giocava mia sorella.-
Io gli ho lanciato uno sguardo di fuoco:
-Non sono finta. Tua sorella lo è. Con l'esempio delle vostre commediole americane pensava "Uh, sono la nuova arrivata! In poco tempo avrò tutto il liceo ai miei piedi hihihi"-
La mia imitazione era fantastica, in più avevo aggiunto il "toccarsi i capelli con aria sognante" e l'aria da gallina.
-Le ragazze come te fanno sempre una brutta fine nell'epilogo delle nostre commediole americane... un braccio rotto... il collo slogato...-
-Mi stai per caso minacciando?-
-Non so... valuta te!- Mi ha guardato facendo un sorrisetto sarcastico.
In quel momento è arrivato il tram che doveva prendere.
-Accetto la sfida, stronzetto!-
-BENE!- Ha urlato lui mentre saliva.
-BENE!- Ho gridato io:
-...NON FINISCE QUI! SEI ODIOSO COME TUA SORELLA!"-
Però sei così affascinante... ho pensato per un attimo.
Mentre il tram se ne stava andando, l'ho sentito urlare:
-SARÀ UNA COSA DI FAMIGLIA, REGINETTA!-

(N.B. State tranquilli, cari lettori, avevo pensato al suo modo di fare, non alla bellezza!
Io ho degli standard altissimi!
Lui...beh...non è nulla di che.
Due anni fa vedevo Guglielmo come un dio in terra, adesso guardando le sue foto mi domando "Ma che standard avevo prima?!")

Comunque la cosa peggiore è successa il giorno dopo...

4 Ottobre 2015
h 16
Oggi ho nuovamente litigato con Michela.
Sapevo che sarebbe successo.
È da più di una settimana che cerco di persuaderla a cedere il suo posto a Guglielmo (cosa che desidero sin dall'inizio).
Non vuole cedere. Uffa.
Oggi le ho detto "È la mia unica possibilità per scalare la catena alimentare scolastica!"
"Ma di quale catena stai parlando? Cosa ti è successo, per la miseria?
Era da due anni che desideravamo essere vicine di banco: per raccontarci le notizie dell'ultima ora, per sparlare di ragazzi, per..."
"Questo possiamo continuare a farlo durante l'intervallo...e poi abbiamo i cellulari!
Possiamo chiacchierare come fanno in Lizzie Mcguire!"
Michi mi ha guardato con tristezza:
"Quelli di Lizzie Mcguire non si pugnalano alle spalle per uno stupido ragazzo!"
"GUGLIELMO NON È STUPIDO!"

È stata la prima volta che le ho urlato contro così.
Lei mi ha fissato con gli occhi lucidi e l'ultima cosa che mi ha detto prima di uscire dall'aula è stata:
"Fai come diavolo vuoi.
Dai il mio posto a quel ragazzo.
Tra qualche settimana si stuferà di te e ti scaricherà, come fanno tutti quelli come lui, ma non osare strisciare da me quando capiterà. Le cose che mi hai detto in questi giorni sono state bruttissime. Non pensavo ti saresti trasformata così facilmente.
Guglielmo ti avrà fatto probabilmente un incantesimo o che ne so io... sta di fatto che non voglio essere amica di una ragazza gallina come tutte le altre."

Quando è uscita ho sentito che è scoppiata a piangere.
Una volta andata via, ho pianto anche io.

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