Prologo

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Contea di Surry, Virginia

Mi stavo annoiando.

Kyle Ramsey continuava a dare calci allo schienale della mia sedia per attirare la mia attenzione, ma ieri aveva fatto lo stesso con Dru Troler, la mia migliore amica, e non volevo farla rimanere male. Si era presa una cotta pazzesca per Kyle. Mentre Mr. Evans scribacchiava un'altra equazione alla lavagna.

Restai dunque a fissare Dru che, seduta accanto a me, disegnava un milione di cuoricini nell'angolo del suo quaderno.

A dire il vero avrei dovuto seguire la lezione, dal momento che in matematica ero una frana. Mamma e papà non sarebbero certo stati contenti, se mi fossi preso un'insufficienza nel primo quadrimestre del primo anno.

«Mr. Ramsey, sarebbe così gentile da venire alla lavagna a risolvere questa equazione, oppure preferisce rimanere dietro a Louis, per dare qualche altro calcio alla sua sedia?»

Tutta la classe ridacchiò e Dru mi lanciò uno sguardo accusatorio. Io feci una smorfia e fulminai Mr. Evans con un'occhiataccia.

«Se non le dispiace resterei qui, Mr. Evans» rispose Kyle in tono altezzoso e insolente.

Alzai gli occhi al cielo, rifiutandomi di voltarmi, nonostante sentissi il suo sguardo trafiggermi la nuca.

«Era una domanda retorica, Kyle. Alzati e vieni qui.»

Qualcuno bussò alla porta, interrompendo il lamento con cui Kyle si arrendeva alla sua sorte.

Nel vedere la direttrice, ammutolimmo tutti quanti. Cosa ci faceva Miss. Shaw nella nostra classe?

La sua presenza poteva significare una cosa soltanto: guai.

«Ooh» mormorò Dru a bassa voce. Aggrottando la fronte, la guardai. Fece un cenno in direzione della porta. «Sbirri.»

Incredulo, mi voltai di nuovo verso la porta ora socchiusa e, mentre Miss. Shaw bisbigliava qualcosa a Mr. Evans, vidi che effettivamente c'erano due agenti in corridoio.

«Mr. Tomlinson.»

Sentendo la voce di Miss Shaw, volsi subito gli occhi verso di lei, stupito.

La direttrice fece un passo avanti e il cuore mi balzò in gola. Il suo sguardo era cauto e comprensivo, e d'un tratto avrei voluto fuggire da lei e da qualunque cosa fosse venuta a dirmi.

«Vuole seguirmi? Prenda le sue cose.»

Di solito, questo era il momento in cui in classe si levava un coro di gridolini e mormorii, su quanto fosse grosso il guaio in cui mi ero cacciato.

Tuttavia, proprio come me, i miei compagni avevano intuito che si trattava di qualcosa di diverso.

Quale che fosse la notizia che mi attendeva in corridoio nessuno mi avrebbe preso in giro.

«Mr. Tomlinson?»

Scosso da una scarica di adrenalina, mi ritrovai a tremare senza riuscire sentire praticamente nulla a parte il rombo del sangue nelle orecchie.

Era successo qualcosa alla mamma? O forse a papà? O alla mia sorellina, Beth?

Questa settimana i miei genitori si erano presi qualche giorno di ferie pe rilassarsi dopo un'estate davvero stressante. Oggi avrebbero dovuto portare Beth a fare un picnic.

«Lou.»

Dru mi diede un colpetto, e non appena il suo gomito sfiorò il mio braccio mi scostai di scatto dal banco, facendo stridere la sedia contro i pavimento di legno.

Sei bellissimo, staseraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora