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Un fastidioso solletichio sul volto fu il segnale che i miei sensi si stavano risvegliando.

Quando ripresi coscienza, mi accorsi di avere il ventre schiacciato da qualcosa di molto pesante e di essere insolitamente accaldato. Mi resi conto che era stata proprio la sensazione di caldo a svegliarmi.

A giudicare dalla pesantezza dei miei occhi e dalla mia riluttanza ad aprirli, non poteva certo essere mattina e probabilmente avrei fatto meglio a rimettermi a dormire. Ma quel peso sul ventre aveva un che di familiare.

Mi costrinsi ad aprire gli occhi per scoprire di avere un petto nudo praticamente appiccicato alla faccia. Okay, che storia era quella?

Sveglia!

I miei occhi assonnati e dolenti salirono da quel petto fino ad incontrare un viso e a quel punto, in maniera tanto lenta quanto inesorabile, capii.

Harry era nel mio letto. Di nuovo.

Mi ci volle un momento per ricordare che poche ore prima, quando ero rientrato a casa, l'avevo trovato addormentato sul divano. Avevo chiacchierato con Niall, mi ero lavato ed ero andato a dormire.

Evidentemente, ad un certo punto della notte, Harry era venuto ad infilarsi nel letto accanto a me. E quello non rientrava affatto nel nostro accordo.

Seccato, sbuffai, e poi gli diedi una spinta contro il petto con tutta la mia forza. E, con tutta la mia forza, significa che lo feci rotolare giù dal letto.

Il suo corpo possente atterrò sul pavimento con una botta dolorosa almeno a giudicare dal tonfo, al che mi sporsi e vidi Harry spalancare gli occhi arrossati e confusi, dal momento che non gli era chiaro come mai fosse finito lì, lungo disteso per terra.

L'ho già detto che era completamente nudo?

«Dio santo, Louis.» gemette, la voce arrochita dal sonno. «Che diavolo era quello?»

Lo guardai sogghignando.

«Il mio modo di ricordarti che tra noi è solo sesso.»

Si appoggiò sui gomiti, sexy da morire con quei capelli arruffati e quell'espressione bellicosa.

«Così hai pensato bene di depositarmi fuori dal tuo letto?»

«Con stile.» annuii, sorridendo dolcemente.

Lui fece un lento cenno con la testa, come se stesse riconoscendo che avevo ragione.

«Okay...» sospirò...

... Dopodiché mi lasciai sfuggire un gridolino strozzato quando Harry si raddrizzò per poi, con le sue mani forti, afferrarmi le braccia e trascinarmi su pavimento con sé.

«Harry!» urlai mentre mi faceva girare sulla schiena. E poi venne il peggio. Cominciò a farmi il solletico. Strillai come una ragazzina, dimenandomi e ridendo mentre cercavo di sfuggire al suo attacco.

«Basta!»

Con un ghigno furbo e determinato stampato sulla faccia, veloce e forte com'era riusciva sia a schivare i miei calci che a tenermi immobilizzato a terra, senza smettere per un solo istante di farmi il solletico.

«Harreh, basta!»

Stavo ridendo così forte e impiegando così tante energie nel tentativo di allontanarmi da lui che riuscivo a stento a respirare.

«Allora, posso contare di potermi sdraiare accanto a te in futuro senza dovermi preoccupare di cadere vittima di un agguato mentre dormo?» domandò ad alta voce coprendo l'ansimare, in parte soffocato e in parte scosso dalle risa, del sottoscritto.

Sei bellissimo, staseraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora