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Durante quel fine settimana, a suon di sesso e risate, io ed Harry chiudemmo la crepa che si era aperta nel nostro rapporto.

Io lavorai, lui lavorò e la Domenica, Elodie e Clark portarono i bambini a fare una gita a St Andrews così io, Harry e Niall uscimmo con Josh, Taylor ed Ed.

Era la prima volta, dall'inizio del nostro accordo, che io e Harry ci trovavamo insieme in compagnia di altre persone.

Appena mettemmo piede nel pub preferito di Ed sul Royal Mile, dove avremmo pranzato, capii che tutti sapevano della nostra storia.

Tay ci fissò come se fossimo un esperimento scientifico, mentre Ed aveva uno stupido sorrisetto da ragazzino dipinto in faccia. Josh mi fece addirittura l'occhiolino.

Giuro su Dio che me la sarei data a gambe se Harry, prevedendo la mia reazione, non mi avesse afferrato per il braccio per trascinarmi con sé.

Comunque, quando si resero conto che in realtà non era cambiato nulla -non eravamo una coppia, non ci tenevamo per mano né ci scambiavamo effusioni, anzi, le nostre sedie erano piuttosto lontane- si comportarono tutti normalmente.

Dopo un ottimo pranzo e qualche birra andammo al cinema, dove Harry fece in modo che sedessimo noi due da soli nella fila dietro quella degli altri, e okay... Lì, al buio, qualche effusione potrebbe anche esserci scappata.

Il Lunedì non ci vedemmo, così riuscii a scrivere un altro capitolo del mio libro e a trovare il tempo per una seduta con la dottoressa Pritchard. Fu divertente.

Il Martedì, Harry trascorse la pausa pranzo nel mio letto.

Il Mercoledì si ritrovò pieno di lavoro fino al collo, così non lo vidi proprio.

Passai la serata con Niall, a sorbirmi un film romantico da adolescenti così sdolcinato che mi venne letteralmente il mal di denti. Gli dissi che per la nostra prossima serata cinema avrei acconsentito unicamente a guardare una star dei film d'azione che sfracellasse qualcosa o qualcuno oppure, in alternativa, una pellicola di Gene Kelly.

«Sei proprio un maschiaccio.» Niall arricciò il naso mentre si mangiava un cioccolatino dietro l'altro.

Distolsi lo sguardo da quel polpettone stucchevole per lanciargli un'occhiata. Era abbandonato sul divano, sommerso da carte di cioccolatini. Come faceva a non ingrassare?!

«Perché odio questi filmettini da due soldi? Tesoro, sono gay, non una ragazzina di quindici anni che crede che la sua cotta per il belloccio della classe sia amore.»

«No. Perché preferisci guardare qualcuno che si fa prendere a cazzotti piuttosto che dichiarare il suo amore.»

«Vero.»

«Maschiaccio.»

Gli feci una smorfia.

«Credo che Harry non sarebbe d'accordo.»

«Che schifo! Questa era brutta.»

«Be', tu mi hai dato del maschiaccio.» risposi con un sorriso birichino.

Niall girò la testa sul cuscino per guardarmi.

«A proposito, non che per accorgermene sia stato a controllarvi... Insomma, non posso farci niente se ho un ottimo spirito di osservazione... Ma mi pare che, qualunque sia il rapporto che c'è tra voi, stiate facendo tutto in base ai comodi di Harry. Non ti dà fastidio?»

Non che io non me ne fossi reso conto, ma seriamente, come potevo obbiettare qualcosa?

Io "lavoravo" da casa e Harry era sempre al lavoro. Io, invece, lavoravo per davvero le uniche due sere in cui lui ero libero.

Sei bellissimo, staseraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora