Non ammettere che le cose tra me e Harry cambiarono dopo quella sera, sarebbe come nascondere la testa nella sabbia.
Diventammo più intimi. Intimi nel senso che per capirci ci bastava uno sguardo. E cominciammo a passare molto più tempo insieme. Decisi di non pensare al futuro.
In quel momento avevo una strepitosa storia di sesso con un ragazzo che si dava anche il caso essermi amico. Non volevo nessun domani. Sapevo già cosa mi avrebbe riservato il domani: un inevitabile caos. Nel presente era tutto molto più bello.
Senza che avessi neanche il tempo di rendermene conto, arrivò il Sabato, i giorno in cui al Fire avrebbe suonato il deejay per la festa d'inizio dell'anno accademico.
Non morivo propriamente dalla voglia di trovarmi circondata da orde di matricole e neanche Harry, che però non poteva mancare per rispetto nei confronti di quel famoso ospite che io non avevo mai sentito nominare. Così, io, Niall e Josh gli stavamo facendo un favore.
Quel pomeriggio feci lo sbaglio di andare per negozi con Niall e Hannah in cerca di qualcosa da mettermi e mi lasciai convincere a comprare un paio di skinny fin troppo attillati.
Harry ci aspettava direttamente in discoteca. Per fortuna, considerato che non appena mi vide mi incenerì con lo sguardo.
Eravamo tutti e quattro nel suo ufficio e la musica che proveniva dalla sala rimbombava intorno a noi.
«Cosa c'è?» esclamai mettendomi le mani sui fianchi nel vedere la sua espressione.
I suoi occhi mi squadrarono dalla testa ai piedi e, quando risalirono, erano animati da un pericoloso luccichio.
«Che diavolo ti sei messo?»
Lo guardai con aria di sfida.
«Che diavolo di problema hai tu?»
Niall si schiarì la gola.
«Secondo me sta bene.» Harry gli lanciò un'occhiata minacciosa.
«Andiamo a prendere da bere.»
Girai i tacchi e provai una certa soddisfazione nel sentire Harry restare di colpo senza fiato. Aveva visto come, a detta di Niall, quegli skinny mi facessero "un culo da urlo".
Udii dei passi dietro di me mentre mi facevo strada nella discoteca, che era ancora piuttosto tranquilla. Era presto e la gente stava giusto cominciando ad arrivare.
La pista principale del Fire era enorme e divisa su due livelli. Quattro lunghi gradini ricurvi separavano il bancone e una piccola pista con divanetti e tavoli disposti tutt'intorno da una pista più grande. Pareti nere tappezzate di faretti sfavillanti circondavano il piano superiore, mentre lungo il perimetro della sala più ampia al livello più basso correvano fiamme di carta illuminate da dietro. Un enorme lampadario moderno a forma di fuoco acceso pendeva dal soffitto, aggiungendo un tocco di fascino a una discoteca altrimenti sottotono.
I clienti entravano dal livello più basso, dove una scala li conduceva fino a quello più alto e un'altra scendeva invece di due piani.
Quello subito sotto di noi ospitava una saletta e una pista non molto grande, mentre nel seminterrato si trovava un cocktail bar.
Non avevo nemmeno raggiunto le scale che mi avrebbero portato al bar che Harry, con uno strattone, mi attirò contro il suo petto. Mi fece scivolare una mano fino alla vita e mi strinse forte il fianco mentre si chinava per sussurrarmi all'orecchio: «Sei da mangiare con gli occhi, ecco che problema ho.».
Piegai la testa all'indietro per guardarlo, sentendomi stupido per non essermi accorto che era in preda alla sindrome da cavernicolo.
«Oh.» Sogghignai, mentre un filo di compiacimento s'insinuava nella mia voce. «Be', allora fortuna che sei l'unico ad avere accesso a quello che c'è sotto, giusto?»
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Sei bellissimo, stasera
FanfictionSono trascorsi quattro anni da quando Louis Tomlinson, giovane americano, si è lasciato alle spalle un tragico passato per cominciare una nuova vita a Edimburgo, seppellendo il suo dolore, ignorando i suoi demoni, cercando insomma di dimenticare la...