Fu così che Harry ci trovò il giorno dopo, addormentati l'uno accanto all'altro, testa contro testa, mano nella mano, le guance sporche e rigate di lacrime come due ragazzine.
Non mi svegliò. Anzi, non mi guardò nemmeno. Mi svegliai soltanto perché lo sentii scrollare Niall.
«Che ore sono?» domandò lui con voce assonnata.
«Mezzogiorno passato. Ho preparato qualcosa da mangiare.»
Il suono della sua voce avrebbe benissimo potuto essere un pugno che mi attraversava il petto.
Aprii a fatica gli occhi, incrostati dal sale delle lacrime ormai asciutte e gonfi per la peggior crisi di pianto a cui mi fossi abbandonato dopo la perdita di Dru.
Harry era chino su Niall e gli stava scostando i capelli dal viso, gli occhi carichi d'amore, ma al contempo arrossati e circondati da occhiaie scure.
Aveva un aspetto terribile... Avrei comunque scommesso di essere messo peggio.
«Non ho fame.» bisbigliò Niall.
Harry scosse il capo, sul volto l'espressione di chi non voleva sentire sciocchezze.
«Devi mangiare. Forza, fratellino, è ora di alzarsi.»
Osservai Niall prendere la grossa mano di Harry, il quale, dolcemente, lo aiutò ad alzarsi dal letto. Senza lasciarlo andare, lo condusse fuori dalla stanza.
I pantaloni di lino di Niall erano una grinza unica, la sua maglietta tutta storta e i suoi capelli un groviglio selvaggio. Sembrava che gli avessero appena messo la vita sottosopra.
Mi dispiaceva così tanto per lui. Non riuscivo nemmeno a guardare Harry, dal momento che il dolore che provavo per lui era indescrivibile.
«Lou, vieni?» domandò Niall voltando la testa verso di me.
Annuii, ma soltanto per lui.
Stare in presenza di Harry era l'ultima cosa che volevo. Ma il peggio era che Harry non riusciva nemmeno a comportarsi in maniera apertamente meschina per la fine della nostra storia. Certo, non mi guardava né tanto meno mi rivolgeva la parola, ma... Aveva preparato il pranzo anche per me, accidenti.
Io e Niall ci sedemmo al tavolo della cucina a mangiare delle deliziose uova strapazzate accompagnate da pane tostato mentre Harry, appoggiato al bancone della cucina, sorseggiava del caffè.
Sulle prime Niall non si accorse del silenzio tra noi. Era assorto nei suoi pensieri e del resto, in un momento simile, non sembrava esserci nulla di strano nel non parlare. Ma ecco la prova di quanto Niall sia altruista: con tutto quello che stava passando, intuì comunque ciò che stava succedendo tra me e suo fratello, e lo fece molto prima di quanto mi aspettassi.
La colpa fu nostra; non facemmo granché per far passare la cosa inosservata.
Quando mi alzai per andare a mettere piatto e tazza nel lavandino, Harry si spostò dall'altra parte della cucina. Poi, quando andai a prendere del succo d'arancia dal frigo, Harry tornò verso il lavandino. Quando mi avvicinai al lavandino per prendere un bicchiere dalla credenza, Harry si spostò di nuovo verso il frigo. E quando andai a rimettere il succo d'arancia in frigo, Harry si spostò di nuovo verso il lavandino.
«Che succede?» domandò Niall a bassa voce, osservandoci con le sopracciglia aggrottate.
Mormorammo un paio di "niente" di risposta.
«Ragazzi?» Niall sembrava paralizzato. «Ha chiamato il dottore?»
Ci voltammo di scatto verso di lui e un senso di rimorso calò immediatamente su di noi.
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Sei bellissimo, stasera
FanfictionSono trascorsi quattro anni da quando Louis Tomlinson, giovane americano, si è lasciato alle spalle un tragico passato per cominciare una nuova vita a Edimburgo, seppellendo il suo dolore, ignorando i suoi demoni, cercando insomma di dimenticare la...